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Firenze, 14.1.13

Gent.ma Assessore Simoni,

le festività di Natale son terminate, è mancata la neve, ed il silenzio che ne è seguito dal “pensierino” del 6.1.13 è tipico del rumore dei fiocchi che cadono lentamente sul manto dei tetti e delle strade. Read More →

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Firenze, 6.1.13

Nel rispondere ad una lettrice(2.12.12), Augias nella sua rubrica cita una frase di Obama: “Continuiamo ad essere un grande Paese non perché abbiamo un grande esercito ma perché abbiamo grandi università” aggiungendo che “Ecco cosa che cosa vuol dire avere una visione, lo sguardo rivolto alle ‘nuove generazioni’ le quali – al di là do ogni crisi economica – non diventeranno mai migliori delle precedenti se non potranno disporre di un efficiente (quanto meno) sistema scolastico”. Read More →

TO: simone.siliani@regione.toscana.it

Firenze, 26.11.12

Gent.mo Siliani,
ci siamo incontrati sere fa all’ARCI Due Strade per discutere del convengo da preparare in Regione con il Comitato Toscano contro le Ecomafie.
La volevo solo aggiornare sul fatto che (metto a conoscenza anche l’avv. Mori Presidente del Comitato) il 13.11.12 presso il liceo classico “Michelangiolo” in occasione del quinto ciclo “Società italiana e criminalità organizzata”, Luciano Brancaccio dell’Università Federico II di Napoli ha ricordato come presso di loro è in corso uno studio sulla grossa espansione della mafia cinese e della camorra a Prato.
Mentre Vincenzo Scalia dell’Università di Bologna ha fatto menzione al fatto come tutta la movimentazione delle terre per l’Expo di Milano è stato appaltato alle cosche dell’ndrangheta.
Indipendemente dal convegno, sono particolari da non sottovalutare e ci tenevo venisse tenuto in considerazione dalla Regione.
Dopodomani sempre al “Michelangiolo” il tema sarà “Colletti bianchi e altri compari”.
In calce Le inoltro alcune mie considerazioni generali che ho inviato lo scorso ottobre al Presidente Rossi, segreteria Bersani, Sindaco etc. etc. che secondo me si riallacciano anche al Suo ultimo articolo pubblicato su ‘la Repubblica Firenze’.
Cordialmente
Giovanni Amaducci

TO: rubrica.lettere@repubblica.it

 

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Firenze, 24.10.12

Figliuoli,

l’argomento di oggi è la Postdemocrazia. Per favore silenzio in ‘classe’; e laggiù in ultimo banco smettiamola di giocare a Risiko, altrimenti vi mando diretti dal Preside.

Cosa è la Postdemocrazia, termine che rarissimamente viene evocato?

E’ quel regime nel quale il potere economico ha preso il sopravvento nei confronti del potere politico. Ad esempio, mentre trenta anni fa era l’urbanistica che regolamentava l’edilizia, oggi avviene esattamente il contrario: prima si costruisce e poi con una legge ‘ad hoc’ si rende legale ciò che si è costruito illegalmente. O più semplicemente, dopo aver incassato denaro pubblico, nemmeno si costruisce. Read More →

TO: irene.fastelli@enel.com

CC: luca.tremolada@ilsole24ore.com

Firenze, 12.10.12

Gent.ma Ing. Fastelli,

non essendo riuscito a trovare sul sito lab.enel.com una casella di posta elettronica dove inoltrare domande e richieste di informazioni, mi permetto di rivolgermi a Lei in quanto conferenziera lo scorso settembre allo Zeroemission di Roma del convegno “L’accumulo come fattore-chiave per il dispacciamento della produzione da fonti rinnovabili”, nonché facente parte dell’ufficio ‘Energie Rinnovabili, Reti Intelligenti e Generazione Distribuita’.

Ammetto che del bando dell’ENEL(che scade il 15.10.12) me ne sono accorto un po’ in ritardo sul sito dell’Incubatore Firenze ( http://www.incubatorefirenze.org/index.php?option=com_content&task=view&id=896&Itemid=52 ), però ho notato che sul bando “Call for Enel Lab” compare come vincolo di partecipazione la frase “at the early stage of their activities”: questo starebbe a significare che un grado di attività (costi, ricavi) da parte della startup ci deve essere.

In un articolo intitolato “Non siamo un paese per startup”, Luca Tremolada su ‘Il Sole24 Ore’ del 9.9.12 riporta la frase di Fadi Bishara, fondatore dell’acceleratore Blackbox a S.Francisco: “Avete idee, ingegneri, scienziati di alto livello, ma vi manca lo spirito imprenditoriale”.

Io in verità l’impresa l’avrei anche aperta e mi sarei accolto il rischio di non vincere il bando tanto che i soggetti da eventualmente coinvolgere li avrei già individuati (e che forse a loro volta partecipano); ma è anche vero che aperta è tuttora la soluzione al problema della generazione distribuita e degli accumuli, specialmente in campo domestico, settore di cui vorrei occuparmi.

La mia non vuole essere una critica nei Suoi confronti, ci mancherebbe, tuttavia avrei piacere che la presente fosse inoltrata in azienda come spunto di riflessione sull’accezione del termine “startup”, visto che su Wikipedia ( http://it.wikipedia.org/wiki/Startup_%28economia%29 ) la definizione di startup è la seguente: “… Si tratta di solito di imprese appena costituite, nelle quali vi sono ancora processi organizzativi in corso…”.

Cordialmente

Giovanni Amaducci

TO: rubrica.lettere@repubblica.it

CC: sindaco@comune.fi.it, inforeurope@rfkcenter.org, segr.bersani@partitodemocratico.it, Direzione@ipsos.com, programmi@la7.it, firenze@repubblica.it

Firenze, 21.9.12

Quando ero studente nei dintorni di Washington D.C. durante la campagna elettorale del 1988 tra il democratico Dukakis e George Bush padre, nel dibattito in diretta televisiva tra i due candidati alla vicepresidenza, Loyd Bentsen (D) e Dan Quayle (R) , ci fu una battuta che mandò letteralmente al tappeto il candidato repubblicano che si era autolanciato in improbabili paragoni: “Senator, you’re no Jack Kennedy!”. Standing ovation del pubblico per quasi un minuto.

Un’ora e mezza più tardi, il dibattito fu ritrasmesso da un’emittente locale. Ricordo benissimo che quella sera il cielo era stellato e non tirava un alito di vento. Ma un’ attimo prima della battuta di Loyd Bentsen il mio televisore iniziò ad avere strani malfunzionamenti: l’immagine andava e veniva e l’audio sparì. Audio ed immagine che ritornarono come d’incanto proprio a fine applauso. Quell’episodio non l’ho mai dimenticato e ci ho messo più di dieci anni per venirne a capo, fino a quando non ho capito chi fosse il proprietario di quell’emittente: quel canale di chiamava e si chiama tuttora FOX 5 WTTG DC.

Questo è un piccolo esempio di distorsione dell’informazione che ho potuto constatare di persona quando i partiti finanziano ‘generosamente’ una campagna pubblicitaria televisiva.

Ed infatti “il vantaggio di diciassette punti riportato da Dukakis nei sondaggi di luglio si trasformò nel distacco di dieci ottenuto da Bush a ottobre” (M.A.Jones, The Limits of Liberty).

‘Liberty’ sì, ma anche ‘property’: in fondo anche George Washington, primo presidente USA, era un proprietario terriero.

Il ‘Commander in Chief’ della mia città, nel bel mezzo di una sanguinosa ‘Battaglia di Anghiari’, ha scritto lo scorso aprile che gli Stati Uniti sono la più “potente democrazia del mondo” dove uno semisconosciuto come Obama è potuto diventare Presidente; nonché ha espresso la volontà di eliminare il finanziamento pubblico ai partiti.

Ma senza un minimo di finanziamento, seppur rigorosamente rendicontato, non si rischia di aumentare la difficoltà per rottamare le oligarchie?

Caso vuole che io sia anche cittadino statunitense. Ed anche se è storicamente scontato il verdetto nello stato del Maryland per cui voterò (e qui ‘Minority Report’ di Spielberg forse ne è anche una critica al sistema elettorale americano), e malgrado alcune promesse non siano state mantenute come Guantanamo e la Green Economy(qualche oligarchia petrolifera sembra aver presentato il conto), non faccio mistero da che parte stare il prossimo 6 novembre.

C’è comunque da osservare che a livello globale l’elettore sia oramai condannato a votare per il male minore.

Ma se la mia party affiliation da ben prima del 2007 è per i Democratici americani, a conferma che registrarsi per un partito forse non è da “regime comunista” (R.Reggi, la Repubblica-Firenze 21.9.12), come mai non sono iscritto anche a qualche sedicente partito democratico italiano?

Scalfari nel suo ultimo editoriale domenicale sembra essere in cerca di un Araba Fenice per la guida del governo dell’anno prossimo.

Ma qualora si riesca a trovare, il bello è che non è dato sapere quando queste ‘primarie’ siano state formalmente aperte; inoltre, è vero o falso che in questo Paese le primarie non sono state neanche istituzionalizzate?

Quantomeno negli Stati Uniti, con tutti i difetti del caso, esiste il meccanismo dei “Caucus” per la scelta dei delegati che poi partecipano alle nomination del proprio partito.

Visto che da noi in Italia c’è chi è partito in anticipo e si trova in buona posizione nelle intenzioni di voto, come è possibile essere già entrati nella hit parade del sondaggista Pagnoncelli prima dell’inizio formale della competizione?

Forse prima bisogna diventare sindaco della propria città e poi scrivere un romanzo su come attraversare a nuoto le chiare, fresche e dolci acque del fiume Arno ed intitolarlo “Stile Libero”?

Forse si deve convincere qualche lobby o qualche magnate australiano e farsi comprare un network televisivo come La7 per partecipare a tamburo battente ai talk show al fine di recuperare lo svantaggio?

Chissà se alla Apple dopo l’ultima convention dei Democratici a Charlotte, gli è stato chiesto di progettare anche l’I-Matteo.

Primarie all”amerihana’, come direbbe qualcuno, o piuttosto primarie all’amatriciana?

Cordialmente
Giovanni Amaducci
(candidato nazionale per il partito che non c’è)

PS: Ah, che nostalgia quando si andava in montagna a Cervinia con Adriano Olivetti e la Natalia Ginsburg!

“Amaducci, ma quanti anni hai?”, Vi domanderete.

E’ come se ne avessi circa duemila, ma devo dire che li porto abbastanza bene.

“Ma non ti eri fermato a Eboli?”

Sì, poi ho fatto anche una piccola sosta ad Ivrea. E da lì ho allargato le mie conoscenze.

“E con voi in montagna veniva anche Scalfari?”

Ma anche se fosse venuto, non l’avremmo proprio visto, dato che aveva già allora la mania di scendere a rotta di collo senza fermarsi sul lato sinistro della pista.

“E riesci anche a camminare sull’acqua?”

Diciamo che sulle cicche ci sono abituato: piazza S.Spirito a Firenze ne era sempre stracolma; per il resto mi sto attrezzando; d’altra parte – come dice Woody Allen in ‘Manhattan’ – a qualcuno bisogna pur ispirarsi, no?

vabbuò

TO: enrico.rossi@regione.toscana.it

 

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“L’Italia che tristezza! Un paese addormentato e senza speranza di svegliarsi più!” (Charles Dickens, 7 agosto 1844)

 Firenze, 8.03.12

Gent.mo Presidente Rossi,

raccogliendo il Suo invito a chiedersi “cosa potete fare voi per la Toscana prima di aspettarvi qualcosa” (‘la Repubblica-Firenze’, 29.12.11), Le inoltro alcune considerazioni sul tema della banda larga (‘la Repubblica-Firenze’, 13.01.12 e 26.02.12). Ho conseguito nel 2007 la qualifica di “Tecnico Qualificato della Progettazione e Gestione Reti di Telecomunicazioni a Banda Larga” (Fondo Sociale Europeo). Ottimo docente (certificato Cisco); in tutti questi anni però, indipendentemente dal fatto se qualcuno avesse avuto necessità di avvalersi delle mie competenze, non ho mai ricevuto nessuna richiesta da parte della Regione o della Provincia in questione (Prato) solo al fine di inserire il mio nominativo in un loro database. Segno che queste banche dati non esistono, o se esistono, temo siano mal utilizzate.

Sul tema peraltro si legge(M.Ferrera, Corriere della Sera 12.01.12): “C’è poi la riforma dei servizi per l’impiego. Mancano programmi efficienti di reinserimento e riqualificazione dei disoccupati, soprattutto i più anziani. Chi è in cerca di lavoro è abbandonato a se stesso, mentre ai beneficiari di sussidi non viene chiesta alcuna contropartita. Scuola e università non parlano con le imprese, che a loro volta non sanno valorizzare le competenze di diplomati e laureati”.

In merito alla Sua affermazione sulla banda larga – che è pur sempre una tecnologia – come “futuro della Toscana e dell’intera Europa” (‘la Repubblica-Firenze’ 7.01.12), qualcuno che attualmente siede in consiglio comunale ricorderà quando durante un convegno in Rettorato, al cospetto dei Ministri di turno, forse dando l’impressione di essere uno scapestrato in cerca di notorietà, dissi testualmente: “Si è fatto tardi”. Ciò per salvaguardare quegli strumenti tecnologici, allora unici nel suo genere, che avrebbero non solo favorito la ricerca scientifica, ma soprattutto agevolato l’internazionalizzazione dei corsi di studio a livello di istruzione superiore europea e la loro “finalizzazione” (W.Passerini, ‘La Stampa’ 31.01.12); in sintesi, che non era più tempo di “chincaglieria di varia amenità ” (E.Scalfari, 31.01.12). Correva l’autunno del 1998: fondi UE bloccati.

Dopo la qualifica sulla bioedilizia (fondi F.S.E) ed un nanotirocinio in Provincia di Firenze (ancora in attesa di ricevere attestato), avrei dovuto prendere la qualifica di “Tecnico Qualificato per la Progettazione ed Elaborazione di Sistemi a Risparmio Energetico” (F.S.E.). Visto che lo scorso 26.01.12 in occasione della presentazione del Master Ambiente ed Energia, l’Assessore regionale all’Ambiente Bramerini ha lasciato intendere come il livello occupazionale in Toscana non fosse esaltante, provo a fare anche una piccola esercitazione di Energy Management.

Come Lei sa, la Toscana nel 2011 è stata leader mondiale, a livello regionale, per numero di installazioni di pannelli fotovoltaici. “Nel 2012 stanno andando a regime gli aiuti alle rinnovabili, 160-170 miliardi nel trentennio 2005-2034, con una concentrazione in questo decennio. Un salasso in bolletta senza nemmeno costruire una forte industria manifatturiera nazionale di settore come, invece, si è fatto prima in Germania e poi in Cina. L’ex ministro dell’Industria, Alberto Clò, calcola che nei 12 mesi compresi tra il settembre 2010 e l’agosto 2011 le importazioni di apparati per il fotovoltaico siano ammontate a 11 miliardi, mangiandosi un quinto del saldo manifatturiero… Che può fare la concorrenza davanti agli errori di politica industriale?” (M. Mucchetti, ‘Corriere della Sera’ 12.01.12).

Sul problema occupazionale dell’Alcoa in Sardegna, multinazionale dell’alluminio, ‘Il Sole 24 Ore’ del 12.01.12 così si pronuncia: “Gli americani non vanno via soltanto perché, in Italia, l’energia costa di più. Vanno via perché l’ambiente, quel complesso mix di regolazione e infrastrutture, misure economiche e rapporti con la politica, è meno favorevole che in Spagna”.

Aggiungo che con l’alluminio, pur essendo un materiale ambientalmente impattante ma molto meno se riciclato, si possono anche fare le cornici ed i sostegni per i pannelli fotovoltaici. Esistendo già sul territorio una multinazionale americana produttrice di inverter (Power One), se in Toscana, oltre alla filiera del pecorino “doggy-style”, si riuscisse a creare anche quella del fotovoltaico, probabilmente ne beneficerebbe pure il comparto occupazionale (Toscovoltaic?). Unitamente al fotovoltaico, se si sensibilizzasse la cittadinanza sul fatto che in ambito residenziale (e non solo) in futuro con dei piccoli accumuli di corrente continua si potranno alimentare vari dispositivi (elettrodomestici, pompe di calore per riscaldamento/condizionamento, ecc.) e diventando così in parte energeticamente autonomi, sia l’ambiente che gli obbiettivi 20-20-20 imposti dalla comunità europea potrebbero trarne vantaggio. Banda larga (o TAV informatiche per il monitoraggio dei consumi energetici) e smart-grids (generazione distribuita dell’energia modellata un po’ sull’architettura di internet, visti anche i recenti eventi climatici con annessi blackout e cartiere ‘incartate’), potranno un giorno camminare a braccetto?

“Il mercato si anticipa, non si tallona” (G.Riotta, ‘La Stampa’ 31.01.12).

Fine dell’esercitazione.

Sono 70 i milioni messi a disposizione dalla Regione per il nuovo bando “Ricerca&sviluppo2012” anche per favorire l’aggregazione di Pmi (M.Ferrando, ‘Il Sole24 Ore’ 12.02.12): il segretario generale CGIL Toscana Gramolati pone una questione su cui riflettere quando parla di “concentrazioni industriali ispirate più a logiche localistiche che competitive” (‘la Repubblica-Firenze’, 4.01.12).

(Piccola parentesi sui sindacati visto che la Cassazione, dopo sei anni di contenzioso, con sentenza n° 9425/08 mi ha definitivamente ‘assolto’ dall’essere un violatore dell’art.21 della Costituzione ed un fannullone, pur avendo prestato assistenza tecnica anche presso la redazione milanese de ‘il Giornale’ con ernia discale espulsa. Sacrosanto difendere l’art.18 quando un’azienda utilizza il licenziamento per occultare il mancato rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro o altre forme di discriminazione. Visti i tempi, temo però che il motto dei prossimi anni sarà il seguente: tutti uguali ai blocchi di partenza, ma vinca il migliore. Inoltre il sindacato non sempre assiste fino al 3° grado di giudizio; se poi reintegro significa essere sottoposti a ‘cure psicologiche’, c’è da domandarsi se il gioco vale la candela. Hanno mai pensato di ispirarsi, per rafforzarsi e snellirsi, ad un modello di sindacato più nordeuropeo?)

Anche il presidente di Confindustria Toscana Pacini, sembra porre l’accento sul ruolo strategico della formazione (‘la Repubblica-Firenze’, 20.02.12); Valentina Conte però su ‘la Repubblica’ del 5.02.12 ci ricorda come la Toscana ha oltre il 50% di Fondi Strutturali non utilizzati. Gli spunti di riflessione sono presto elencati: “Aiutare lo sviluppo o foraggiare le clientele”, “Debolezza di management regionale e mancanza di ricambio generazionale”(http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/02/11/news/la_disfatta_dei_fondi_ue-29266497/index.html).

Qualora poi dovesse verificarsi il caso in cui un imprenditore fosse “amico” di un direttore di un’agenzia formativa, e quest’ultimo oltre ad essere di nomina politica fosse a sua volta “amico” dell’assessore alle Attività Produttive, si rischia di creare quello che Alessandro Penati definisce “sistema opaco di relazioni” che scoraggiano gli investimenti esteri (‘la Repubblica’, 28.01.12).

In tutti questi tirocini di qualifica professionale regionale (4), non ho mai potuto riscontrare alcun tipo di controllo sul rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro: a parte i contratti a progetto che eventualmente si riesce a strappare, ma questo è il segno dei tempi (impeccabile fotografia da “Un nuovo contratto per tutti”, T.Boeri p.55), una perizia di medicina del lavoro sulla mia persona asserisce che in almeno in uno degli ambienti lavorativi dove ho effettuato il tirocinio sarebbe stata necessaria maggiore accortezza.

A proposito di valorizzazione, avevo precedentemente accennato al fatto che avrei dovuto prendere la qualifica sul risparmio energetico. Come mi è stato confermato dal Ministero del Lavoro, sarebbe prassi che il registro di stage di un tirocinante venga controfirmato dal tutor aziendale. Almeno per il minimo di ore sufficienti per consentirgli di accedere all’esame finale(50%): il tutor aziendale in questione da diverse settimane se ne era “dimenticato”, ed analogamente mi sono “dimenticato” di sostenere la verifica finale (l’Assessore provinciale alla Formazione, Lavoro, Centri per l’impiego Simoni era stata informata per tempo – e non con i piccioni viaggiatori – sul fatto che vi fosse qualche anomalia).

Sui bus dell’ATAF di Firenze qualche mese fa c’era una pubblicità che diceva che una persona di 47 anni grazie al Fondo Sociale Europeo si era riqualificata riuscendo così a fare una pizza favolosa.

Posso comprendere che per un generale sia una pizza doversi preoccupare dello stato dei bottoni sulle uniformi di ogni suo soldato semplice. Ma è anche da questi dettagli che si vincono le guerre.

 

Cordialmente

Giovanni Amaducci

(navigatore solitario parzialmente stremato)

 

PS: lo scorso 26.01.12 presso palazzo Bastogi della Regione si è svolta un incontro sulla legge elettorale toscana. Fa piacere che l’associazione che ha organizzato tale evento, a dieci anni dalla sua fondazione, abbia messo finalmente al centro il tema delle metodologie di rappresentatività dei cittadini, forse stanchi di essere governati supinamente da un Principe. E soprattutto si è accorta che c’è la crisi. Come in una fiaba di Walt Disney, è come se la Mary Poppins de noantri, la governante che tutto fa e tutto risolve, calasse dall’alto dei cieli con il suo ombrellino tra i comuni mortali.

Passera o beauty contest? Questo sembra il dilemma che abbia distratto da oltre quindici anni un altro comune mortale come l’Ingegnere, ma eminenza spirituale dell’associazione, visto che del summenzionato progetto comunitario ne faceva parte inizialmente anche Olivetti(che non era chincaglieria), ed il cui co-amministratore delegato era l’attuale Ministro dello Sviluppo Economico. Se solo ci avessero creduto di più, invece di abbandonare la nave (era il 1996), il “livello della conoscenza” tra gli studenti comunitari sarebbe migliore o peggiore di quello attuale, saremmo più o meno pronti per le sfide con i mercati emergenti? Non c’è bisogno di aver frequentato le scuole superiori per capirlo.

'a Ruota libera' - 06/2003

‘a Ruota libera’ – 06/2003

TO: enrico.rossi@regione.toscana.it

CC: firenze@repubblica.it, vicesindaco@comune.fi.it, info@cicliconti.it, angelo.zomegnan@rcs.it, e.capodacqua@repubblica.it, riccardo.nencini@regione.toscana.it, presidenza@federciclismo.it, presa.diretta@rai.it, annarita.bramerini@regione.toscana.it, gruppo.spiniperfirenze@comune.firenze.it, a.mori@studiolegalefirenze.it

Firenze, 8.03.12

Gent.mo Presidente Rossi,

in merito ai prossimi mondiali di ciclismo del 2013, è notizia che “la Regione ha messo a disposizione un salvadanaio da 20 milioni. La giunta ha anche stanziato 255 mila euro per le iniziative che accompagneranno l’attesa del mondiale”(‘la Repubblica-Firenze’, 30.12.11). Se quelle risorse dovessero essere impiegate solo per asfaltare strade, spero ne convenga che se “la bretella Prato-Lastra doveva essere pronta nel 2011” (‘la Repubblica-Firenze’ 28.01.12), visti i precedenti, bisognerebbe rimandare i mondiali a chissà quando. Read More →