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“L’Italia che tristezza! Un paese addormentato e senza speranza di svegliarsi più!” (Charles Dickens, 7 agosto 1844)
Firenze, 8.03.12
Gent.mo Presidente Rossi,
raccogliendo il Suo invito a chiedersi “cosa potete fare voi per la Toscana prima di aspettarvi qualcosa” (‘la Repubblica-Firenze’, 29.12.11), Le inoltro alcune considerazioni sul tema della banda larga (‘la Repubblica-Firenze’, 13.01.12 e 26.02.12). Ho conseguito nel 2007 la qualifica di “Tecnico Qualificato della Progettazione e Gestione Reti di Telecomunicazioni a Banda Larga” (Fondo Sociale Europeo). Ottimo docente (certificato Cisco); in tutti questi anni però, indipendentemente dal fatto se qualcuno avesse avuto necessità di avvalersi delle mie competenze, non ho mai ricevuto nessuna richiesta da parte della Regione o della Provincia in questione (Prato) solo al fine di inserire il mio nominativo in un loro database. Segno che queste banche dati non esistono, o se esistono, temo siano mal utilizzate.
Sul tema peraltro si legge(M.Ferrera, Corriere della Sera 12.01.12): “C’è poi la riforma dei servizi per l’impiego. Mancano programmi efficienti di reinserimento e riqualificazione dei disoccupati, soprattutto i più anziani. Chi è in cerca di lavoro è abbandonato a se stesso, mentre ai beneficiari di sussidi non viene chiesta alcuna contropartita. Scuola e università non parlano con le imprese, che a loro volta non sanno valorizzare le competenze di diplomati e laureati”.
In merito alla Sua affermazione sulla banda larga – che è pur sempre una tecnologia – come “futuro della Toscana e dell’intera Europa” (‘la Repubblica-Firenze’ 7.01.12), qualcuno che attualmente siede in consiglio comunale ricorderà quando durante un convegno in Rettorato, al cospetto dei Ministri di turno, forse dando l’impressione di essere uno scapestrato in cerca di notorietà, dissi testualmente: “Si è fatto tardi”. Ciò per salvaguardare quegli strumenti tecnologici, allora unici nel suo genere, che avrebbero non solo favorito la ricerca scientifica, ma soprattutto agevolato l’internazionalizzazione dei corsi di studio a livello di istruzione superiore europea e la loro “finalizzazione” (W.Passerini, ‘La Stampa’ 31.01.12); in sintesi, che non era più tempo di “chincaglieria di varia amenità ” (E.Scalfari, 31.01.12). Correva l’autunno del 1998: fondi UE bloccati.
Dopo la qualifica sulla bioedilizia (fondi F.S.E) ed un nanotirocinio in Provincia di Firenze (ancora in attesa di ricevere attestato), avrei dovuto prendere la qualifica di “Tecnico Qualificato per la Progettazione ed Elaborazione di Sistemi a Risparmio Energetico” (F.S.E.). Visto che lo scorso 26.01.12 in occasione della presentazione del Master Ambiente ed Energia, l’Assessore regionale all’Ambiente Bramerini ha lasciato intendere come il livello occupazionale in Toscana non fosse esaltante, provo a fare anche una piccola esercitazione di Energy Management.
Come Lei sa, la Toscana nel 2011 è stata leader mondiale, a livello regionale, per numero di installazioni di pannelli fotovoltaici. “Nel 2012 stanno andando a regime gli aiuti alle rinnovabili, 160-170 miliardi nel trentennio 2005-2034, con una concentrazione in questo decennio. Un salasso in bolletta senza nemmeno costruire una forte industria manifatturiera nazionale di settore come, invece, si è fatto prima in Germania e poi in Cina. L’ex ministro dell’Industria, Alberto Clò, calcola che nei 12 mesi compresi tra il settembre 2010 e l’agosto 2011 le importazioni di apparati per il fotovoltaico siano ammontate a 11 miliardi, mangiandosi un quinto del saldo manifatturiero… Che può fare la concorrenza davanti agli errori di politica industriale?” (M. Mucchetti, ‘Corriere della Sera’ 12.01.12).
Sul problema occupazionale dell’Alcoa in Sardegna, multinazionale dell’alluminio, ‘Il Sole 24 Ore’ del 12.01.12 così si pronuncia: “Gli americani non vanno via soltanto perché, in Italia, l’energia costa di più. Vanno via perché l’ambiente, quel complesso mix di regolazione e infrastrutture, misure economiche e rapporti con la politica, è meno favorevole che in Spagna”.
Aggiungo che con l’alluminio, pur essendo un materiale ambientalmente impattante ma molto meno se riciclato, si possono anche fare le cornici ed i sostegni per i pannelli fotovoltaici. Esistendo già sul territorio una multinazionale americana produttrice di inverter (Power One), se in Toscana, oltre alla filiera del pecorino “doggy-style”, si riuscisse a creare anche quella del fotovoltaico, probabilmente ne beneficerebbe pure il comparto occupazionale (Toscovoltaic?). Unitamente al fotovoltaico, se si sensibilizzasse la cittadinanza sul fatto che in ambito residenziale (e non solo) in futuro con dei piccoli accumuli di corrente continua si potranno alimentare vari dispositivi (elettrodomestici, pompe di calore per riscaldamento/condizionamento, ecc.) e diventando così in parte energeticamente autonomi, sia l’ambiente che gli obbiettivi 20-20-20 imposti dalla comunità europea potrebbero trarne vantaggio. Banda larga (o TAV informatiche per il monitoraggio dei consumi energetici) e smart-grids (generazione distribuita dell’energia modellata un po’ sull’architettura di internet, visti anche i recenti eventi climatici con annessi blackout e cartiere ‘incartate’), potranno un giorno camminare a braccetto?
“Il mercato si anticipa, non si tallona” (G.Riotta, ‘La Stampa’ 31.01.12).
Fine dell’esercitazione.
Sono 70 i milioni messi a disposizione dalla Regione per il nuovo bando “Ricerca&sviluppo2012” anche per favorire l’aggregazione di Pmi (M.Ferrando, ‘Il Sole24 Ore’ 12.02.12): il segretario generale CGIL Toscana Gramolati pone una questione su cui riflettere quando parla di “concentrazioni industriali ispirate più a logiche localistiche che competitive” (‘la Repubblica-Firenze’, 4.01.12).
(Piccola parentesi sui sindacati visto che la Cassazione, dopo sei anni di contenzioso, con sentenza n° 9425/08 mi ha definitivamente ‘assolto’ dall’essere un violatore dell’art.21 della Costituzione ed un fannullone, pur avendo prestato assistenza tecnica anche presso la redazione milanese de ‘il Giornale’ con ernia discale espulsa. Sacrosanto difendere l’art.18 quando un’azienda utilizza il licenziamento per occultare il mancato rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro o altre forme di discriminazione. Visti i tempi, temo però che il motto dei prossimi anni sarà il seguente: tutti uguali ai blocchi di partenza, ma vinca il migliore. Inoltre il sindacato non sempre assiste fino al 3° grado di giudizio; se poi reintegro significa essere sottoposti a ‘cure psicologiche’, c’è da domandarsi se il gioco vale la candela. Hanno mai pensato di ispirarsi, per rafforzarsi e snellirsi, ad un modello di sindacato più nordeuropeo?)
Anche il presidente di Confindustria Toscana Pacini, sembra porre l’accento sul ruolo strategico della formazione (‘la Repubblica-Firenze’, 20.02.12); Valentina Conte però su ‘la Repubblica’ del 5.02.12 ci ricorda come la Toscana ha oltre il 50% di Fondi Strutturali non utilizzati. Gli spunti di riflessione sono presto elencati: “Aiutare lo sviluppo o foraggiare le clientele”, “Debolezza di management regionale e mancanza di ricambio generazionale”(http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/02/11/news/la_disfatta_dei_fondi_ue-29266497/index.html).
Qualora poi dovesse verificarsi il caso in cui un imprenditore fosse “amico” di un direttore di un’agenzia formativa, e quest’ultimo oltre ad essere di nomina politica fosse a sua volta “amico” dell’assessore alle Attività Produttive, si rischia di creare quello che Alessandro Penati definisce “sistema opaco di relazioni” che scoraggiano gli investimenti esteri (‘la Repubblica’, 28.01.12).
In tutti questi tirocini di qualifica professionale regionale (4), non ho mai potuto riscontrare alcun tipo di controllo sul rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro: a parte i contratti a progetto che eventualmente si riesce a strappare, ma questo è il segno dei tempi (impeccabile fotografia da “Un nuovo contratto per tutti”, T.Boeri p.55), una perizia di medicina del lavoro sulla mia persona asserisce che in almeno in uno degli ambienti lavorativi dove ho effettuato il tirocinio sarebbe stata necessaria maggiore accortezza.
A proposito di valorizzazione, avevo precedentemente accennato al fatto che avrei dovuto prendere la qualifica sul risparmio energetico. Come mi è stato confermato dal Ministero del Lavoro, sarebbe prassi che il registro di stage di un tirocinante venga controfirmato dal tutor aziendale. Almeno per il minimo di ore sufficienti per consentirgli di accedere all’esame finale(50%): il tutor aziendale in questione da diverse settimane se ne era “dimenticato”, ed analogamente mi sono “dimenticato” di sostenere la verifica finale (l’Assessore provinciale alla Formazione, Lavoro, Centri per l’impiego Simoni era stata informata per tempo – e non con i piccioni viaggiatori – sul fatto che vi fosse qualche anomalia).
Sui bus dell’ATAF di Firenze qualche mese fa c’era una pubblicità che diceva che una persona di 47 anni grazie al Fondo Sociale Europeo si era riqualificata riuscendo così a fare una pizza favolosa.
Posso comprendere che per un generale sia una pizza doversi preoccupare dello stato dei bottoni sulle uniformi di ogni suo soldato semplice. Ma è anche da questi dettagli che si vincono le guerre.
Cordialmente
Giovanni Amaducci
(navigatore solitario parzialmente stremato)
PS: lo scorso 26.01.12 presso palazzo Bastogi della Regione si è svolta un incontro sulla legge elettorale toscana. Fa piacere che l’associazione che ha organizzato tale evento, a dieci anni dalla sua fondazione, abbia messo finalmente al centro il tema delle metodologie di rappresentatività dei cittadini, forse stanchi di essere governati supinamente da un Principe. E soprattutto si è accorta che c’è la crisi. Come in una fiaba di Walt Disney, è come se la Mary Poppins de noantri, la governante che tutto fa e tutto risolve, calasse dall’alto dei cieli con il suo ombrellino tra i comuni mortali.
Passera o beauty contest? Questo sembra il dilemma che abbia distratto da oltre quindici anni un altro comune mortale come l’Ingegnere, ma eminenza spirituale dell’associazione, visto che del summenzionato progetto comunitario ne faceva parte inizialmente anche Olivetti(che non era chincaglieria), ed il cui co-amministratore delegato era l’attuale Ministro dello Sviluppo Economico. Se solo ci avessero creduto di più, invece di abbandonare la nave (era il 1996), il “livello della conoscenza” tra gli studenti comunitari sarebbe migliore o peggiore di quello attuale, saremmo più o meno pronti per le sfide con i mercati emergenti? Non c’è bisogno di aver frequentato le scuole superiori per capirlo.