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Firenze, 3.7.22
Mentre il Comune di Firenze divulga il decalogo per il risparmio idrico, in attesa della nomina del “super commissario per gestire il lockdown dell’acqua” (‘Domani’, 1.7.22) e del “report dell’Autorità dell’energia, reti e ambiente (Arera) che sarà presentato al parlamento il 15 luglio” (‘Domani’, 1.7.22), giova riproporre quanto stava scritto su ‘Come riparare l’Italia‘ (E.D’Angelis & A.Irace, Dalai editore, 2012), libro a cui si fece accenno quasi 6 anni fa: “E’ ineludibile il varo di un unico Piano nazionale di prevenzione del rischio idraulico… Occorre la revisione di tutte le politiche regionali urbanistiche, uniformandole a livello nazionale sulle materie dell’edificabilità, ristrutturazioni, recuperi, consumo di suoli, riuso di acque piovane e depurazione. C’è bisogno di aggiornale le mappe di rischio, pianificare la lotta agli illeciti ambientali, incentivare la demolizione di immobili abusivi su terreni esondabili…” (pagg. 111-112).
Ed infine: “Perdiamo acqua da Paese sprecone, ben oltre le medie europee. La differenza tra acqua prelevata e acqua erogata oggi è intorno al 40%. E’ il dato che conferma sprechi di risorsa a livelli preoccupanti della nostra rete di distribuzione (perdite reali) abbastanza colabrodo con la preoccupante aggiunta di fenomeni di prelievi abusivi al sud… Questo significa una perdita secca tra i 4 e i 500 milioni di euro l’anno in sprechi energetici per sollevarla e spingerla nei tubi. Sono emissioni di CO2 equivalente a quella prodotta da un milione di vetture che circolano per 20.000 km l’anno!” (pagg. 130-131). Eccetera, eccetera, eccetera.
PNPRI (Piano Nazionale di Prevenzione del Rischio Idraulico), dove sei Stato?
Cordialmente
Giovanni Amaducci