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Firenze, 15.11.19
Non si era neanche finito di scrivere sulle avventure che avevano portato alla privatizzazione di Telecom all’epoca in cui Ciampi era Ministro del Tesoro in vista di un convegno a lui dedicato ( https://www.civitasdemocratica.it/2019/11/08/pasta-alla-calamandrei/ ) come spunto di riflessione sulla guida del patrimonio pubblico da parte dei partiti a 360° (Mose di Venezia ‘doget’), che lo stesso giorno esce un articolo su ‘il Fatto Quotidiano’ dal titolo “La carica dei boiardi per soccorrere Tim con i soldi della Cdp”.
Nel suddetto pezzo dell’8.11.19 si legge che “si parte forse già oggi con l’assemblea di Cdp dove il Tesoro (che ha l’82%) coopterà in cda Franco Bassanini… Per l’eterno costituzionalista, deputato e ministro per decenni, iscritto a turno a quasi tutti i partiti, è l’ennesimo ritorno: ha già presieduto la Cassa dal 2008 al 2015, poi Renzi lo sostituì con Claudio Costamagna… Il 79 boiardo, vent’anni fa uomo forte dei governi che vollero Telecom Italia privatizzata e consegnata alle scalate private a debito che l’hanno scassata… Bassanini è presidente di Open Fiber, la società della fibra ottica messa in piedi da Cdp e Enel per obbedire all’ordine di Matteo Renzi di costruire una rete statale alternativa a quella di Tim”.
Per la precisione, all’epoca dell’avvento dei ‘capitani coraggiosi’ su Telecom, oggi Tim, egli era Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (Governo D’Alema); nonché attuale Presidente di ‘Astrid‘ (Fondazione per l’Analisi, gli Studi e le Ricerche sulla Riforma delle Istituzioni Democratiche e sulla innovazione nelle amministrazioni pubbliche).
Ma a proposito di avventure, va detto che per rimanere tutti questi anni sulla breccia bisogna essere un autentico cane di razza.
Rin tin Tim?
Cordialmente
Giovanni Amaducci