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Firenze, 19.3.19

La donna che sapeva troppo”, titola così in prima pagina a caratteri cubitali ‘la Repubblica’ del 17.3.19 in merito alla vicenda de “l’accusatrice delle notti di Arcore”, forse per recuperare il vecchio spirito anti Cav. dei tempi di Giuseppe D’Avanzo e dar l’impressione così di non essere più una sorta di maionese impazzita.

Sempre lo stesso giorno ‘il Fatto Quotidiano’, che si è appena smutandato in borsa, riporta la dichiarazione dello “Smemorato”: “Imane? Mai conosciuta”. Per controbattere poi subito che “Carta canta: le prove processuali dicono che è stata sei volte ad Arcore” e far presente che “Nessun notiziario Mediaset (fatta esclusione per un servizio di un minuto su Tgcom24) ha parlato della misteriosa morte di Imane Fadil”.

Fermi tutti, un attimo di riflessione per favore. Perché il sito di Annalisa Chirico, ‘Fino a prova contraria‘, ci insegna che “Il sospetto non è l’anticamera della verità”.

Oggi tra l’altro, come ricorda Roberto Saviano sull’ultimo numero de ‘L’Espresso’, è il 25° anniversario della scomparsa del “parroco di Casal di Principe, feudo del clan dei casalesi”. “Don Peppe Diana è stato assassinato, chissà perché?”. “Don Peppe Diana era un camorrista”, “Don Diana a letto con due donne”, i commenti sulle testate locali di allora.

E chissà perché la Chirico non ha intitolato il suo libro ‘Siamo tutti puttane’ (Ed. Marsilio, 2014) con (fa pure rima) ‘Siamo tutti Imane’?

Cordialmente

Giovanni Amaducci

(CivitasDemocratica.it)

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