Al Garante per la Protezione dei Dati Personali
P.C.
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1) Si mette a conoscenza di quanto pubblicato in data 15.11.24 dal settimanale ‘L’Espresso’ intitolato ‘Come Musk tiene l’Europa in pugno’, in cui si scrive come alla Camera vi sia in corso un disegno di legge che “prevede che l’Italia si avvalga di una rete internet di riserva, non in terra, ma in cielo, attraverso una costellazione di satelliti a bassa quota. Un abito perfetto per essere indossato da Starlink… il governo potrebbe includere Starlink nel piano ‘Italia 1 Giga’, finanziato da denaro pubblico proveniente anche dal Pnrr per offrire connessioni veloci ai Comuni più difficili da raggiungere con la fibra ottica”. I ritardi della fibra sono innegabili, ma nel medesimo articolo viene riportato, sul tema, anche il pensiero del Ministro della Difesa Crosetto: “Oggi c’è solo Starlink sui satelliti in bassa quota per la comunicazione… Abbiamo quindi un privato che ha un monopolio sostanziale. Ti puoi permettere di non parlare con quel privato?” ( https://www.civitasdemocratica.it/wordpress/wp-content/uploads/2024/12/LEspresso_151124.pdf ). Cosa che difficilmente può essere derubricata a domanda retorica, essendo il proprietario di Starlink stato nominato dal Presidente eletto USA a capo del Department of Government Efficiency, quindi non più un privato cittadino.
2) L’articolo di cui sopra termina con “Un dato è inoppugnabile. Questa Europa in ritardo è l’Eldorado di Elon”; filone ripreso una settimana dopo sempre su ‘L’Espresso’ col titolo ‘È in ritardo il cloud tutto europeo’: “I fondi che l’Europa ha stanziato per la digitalizzazione sono enormi, pensiamo anche solo al Recovery Fund che destina il 20 per cento dei totali 750 miliardi al digitale, quindi circa 150 miliardi, o al Digital Europe programme, che ha messo sul banco 8,1 miliardi” ( https://www.civitasdemocratica.it/wordpress/wp-content/uploads/2024/12/LEspresso_221124.pdf ).
3) In concomitanza con l’uscita dell’articolo di D.Taino sul ‘Corriere’ dedicato alla UE “che arranca nella capacità di innovare” nonché accusata di “imperialismo regolatorio”, al convegno svoltosi a Firenze il 21-22 novembre scorso su ‘Il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale‘, a cui vari componenti di Codesta Autorità hanno preso parte, il nome di Elon Musk è stato più volte menzionato; come lo è stato al termine dell’intervista su ‘la Repubblica’ all’ex Presidente della Commissione UE Prodi – al quale in verità quando la Cina entrava a far parte del WTO era stato inviato un preciso impulso ( https://www.civitasdemocratica.it/wordpress/wp-content/uploads/2015/06/prodi_110300.pdf ) – quando nell’articolo il Ceo di Tesla viene definito come “il cheerleader di Trump”, proseguendo che “se a tutto questo associamo le infinite potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale, ce n’è abbastanza per chiedersi come possano cambiare o deperire le liberaldemocrazie occidentali”.
4) Il termine ‘Intelligenza Artificiale’ è certamente controverso e più delle volte abusato, tanto che il magistrato A.Balsamo alla domanda se il giudice potrà essere sostituito da un robot, risponde a ‘L’Espresso’: “Assolutamente no. I valori più importanti per la magistratura li ha indicati un avvocato, Piero Calamandrei, che spiegava che non abbiamo bisogno di giudici operanti come esseri inanimati, fatti di pura logica: abbiamo bisogno di giudici con l’anima” ( https://www.civitasdemocratica.it/wordpress/wp-content/uploads/2024/12/LEspresso_291124_p20.pdf ). In aggiunta, nel medesimo numero del settimanale, con riferimento al nuovo incarico governativo dato ad Elon Musk (e che vede i suoi fan protestare pure davanti al Palazzo di Giustizia di Firenze), si afferma che una “introduzione massiva di intelligenza artificiale nel settore pubblico potrebbe sollevare questioni etiche e legate alla privacy” ( https://www.civitasdemocratica.it/wordpress/wp-content/uploads/2024/12/LEspresso_291124_p86.pdf ).
Tutto ciò premesso ed in virtù del fatto che il “popolo e la nazione sono unità non frammentabili” (sentenza n. 192/2024 Corte Costituzionale), si invita Codesta Autorità a prendere in considerazione il problema su come verrebbe garantita la Privacy dall’attuale Esecutivo, quantomeno a livello nazionale visto che spesso rivendica il concetto di “Nazione” (artt. 9, 67 e 98 Cost.), qualora il disegno di legge, come indicato al paragrafo 1, venisse approvato.
Firenze, 9.12.24
Giovanni Amaducci
NB: come riportato sul ‘Corriere‘ del 29.11.24, “Anche Microsoft finisce nel mirino dell’Antitrust americano: la Federal trade commission (Ftc) ha aperto un’indagine per verificare se l’azienda guidata da Satya Nadella stia abusando della sua posizione dominante in segmenti chiave del proprio business, come il cloud computing, l’intelligenza artificiale e la cybersicurezza”; pertanto, oltreché all’Antitrust UE, la presente segnalazione verrà, in qualità di cittadino USA, inoltrata anche all’Antitrust USA.