TO: antonio.floridia@regione.toscana.it
CC: espresso@espressoedit.it, lettori@editorialedomani.it, rubrica.lettere@repubblica.it, lettere@corriere.it, redazione@huffpost.it, lettere@ilfattoquotidiano.it, segreteria@ilgiornale.it, redazione@liberoquotidiano.it, redazione@lanotiziagiornale.it, segreteria.redazione@ilsussidiario.net
Firenze, 13.10.22
Un noto settimanale all’indomani delle ultime elezioni politiche, aveva titolato ‘Alla ricerca del Pd perduto‘. Ed a pioggia, come sempre accade in Italia, ‘Sciogliere il Pd per far rinascere la sinistra‘, ‘Non vogliamo rottamarci, ascoltateci: noi siamo la gente, altro che partito delle élite‘, ‘Pd, attacchi a raffica dalla vecchia guardia‘, ‘Il Pd, dopo lo sfogatoio, ritrovi lucidità e coraggio‘, ‘Il Pd non è davanti ad una sconfitta ma a un disastro epocale‘, ‘Stiamo sulle scatole, ci votano solo i ricchi‘, ‘Pd allo sbando, così la guerra sta facendo esplodere il partito‘, ‘Il fiasco del Pd alle elezioni spinge Letta a convocare il Congresso e lasciare la segreteria del partito‘, ‘PD nei guai/ La carica dei 200 non può guarire un ircocervo malato di ZTL‘.
Almeno qualcuno sul tema nel 2019 aveva avuto il coraggio di scriverci un libro.
Ma quando un anno prima si scriveva “Ubi es, o mi care PD”?
Ora, sempre a mo’ di gregge (perché gli oroscopi contano eccome), siamo entrati una fase delicata, cioè quella del Partito Democratico della Riflessione.
Cordialmente
Giovanni Amaducci