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Firenze, 25.9.22
Uno da segretario nazionale fa approvare un sistema di voto per contrastare la compagine politica allora favorita nei sondaggi, non vince le elezioni, lascia il suo partito e ne fonda un altro per andare al governo insieme agli ex avversari e la ripromessa (non solo sua) che con la riduzione dei parlamentari (come se qualità e quantità fossero la stessa cosa) sarebbe stata fatta una nuova legge elettorale, fa cascare poi il governo da lui voluto, ma niente legge. E così tutti insieme appassionatamente al voto in ordine sparso (e nemmeno il DDL Concorrenza).
Per tale frittura mista, alla base non ci può che essere olio di scemi (vari).
Cordialmente
Giovanni Amaducci