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Firenze, 18.8.21
“Quindici ettari di bosco sono bruciati ieri all’Argentario, nella zona di Porto Ercole”, così scrive ‘Il Tirreno’ del 23.7.21.
Alla domanda se la recente riforma della Guardia Forestale abbia portato vantaggi o svantaggi, un membro della squadra antincendi accorsa sul posto risponde testuale: “Come la grandine, come le Province”. In effetti nella puntata di ‘Report’ intitolata ‘Le province:questi fantasmi!‘ di maggio 2020, è davvero difficile trovare il bandolo della matassa.
Ma dopo gli incendi in Toscana, ed a ruota quelli in Sardegna, Calabria e Sicilia – qui nel 2021 “il 99 per cento di questi incendi è di origine dolosa“ (‘la Repubblica’, 1.8.21) – il coordinatore nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli sottolinea proprio “I danni derivati anche dalla riforma Renzi-Madia sul Corpo Forestale dello Stato, che ha tolto mezzi, fondi e competenze a una struttura indispensabile al contrasto della criminalità” (‘il Fatto Quotidiano’, 15.8.21).
Dopo infinite discussione sul MES, svanite come una bolla di sapone, ora finalmente c’è chi si pone il problema di “destinare all’Ambiente buona parte delle ingenti somme in arrivo con il Pnrr” (‘il Fatto’, 15.8.21).
Visto il clima infernale, qualcuno per contrappasso i prossimi 20 anni potrebbe andare a fare il guardaboschi come servizio civile; una volta terminata l’esperienza sul campo allora sì che sarebbe interessante scrivesse un libro. Gli si suggerisce pure il titolo: ‘Boschi in fiamme’ (alla MEB si spera fischino le orecchie). Invece di cimentarsi nelle solite operette scritte unicamente per dissimulare la propria inconcludenza riformatrice, in cui nell’ultima intitolata ‘Controcorrente’ si legge: “All’inizio del 2021 abbiamo aperto una crisi di Governo in piena pandemia. Ci hanno definito pazzi e irresponsabili… Oggi sono più convinto di prima”.
Si può essere d’accordo che un tecnico, qual è l’attuale Premier, possa dare una maggiore garanzia di indipendenza, ma l’attuale legge elettorale (a proposito di riforme) sa di aceto balcanico. Ed infatti… si è dovuto ricorrere all’ennesimo salvatore della Patria. Anche se non è tutto oro quel che luccica: come riporta ‘LaVerità’ del 1.8.21 “Il governo verde dimentica i reati ambientali” (l’attuale esecutivo, se gli verrà chiesto, avrà modo di chiarire l’argomento a ‘Festambiente‘).
Ma poi, a settembre 2019, chi è che si sbracciava in lungo e in largo per formare un nuovo esecutivo, pretesto per aprire bottega?
Ecco, invece che ‘Italia Viva’ non sarebbe stato più in tema chiamarla ‘Italia Brucia Viva’?
Cordialmente
Giovanni Amaducci