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Firenze, 30.1.21
Il suo governo (mai eletto) era famoso per gli 80 euro. Secondo quanto riportato da qualche velina, durante l’attuale crisi governativa costui si è fatto beccare in Arabia Saudita a fare convegni, evidentemente ispirato da un gettone di presenza da “80 mila dollari l’anno” (‘Domani’, 26.1.21): si sa anche gli avvocati costano.
Cene arabiche ove è persino possibile sedersi accanto a fiorentini appena graziati dal Commander in Chief uscente: siamo al “Piano shock” da 100 miliardi o a quello sheik?
Sembra che l’autore di questa capatina si sia mostrato “invidioso” (‘il Fatto Quotidiano’, 28.1.21) del loro “costo del lavoro”.
Che i sindacati italiani debbano rinnovarsi è pacifico ma laggiù, dove il sol dell’avvenire scalda parecchio, risulta assai arduo mettere in piedi un’associazione del tipo FLAI-CGIL (Federazione Lavoratori Agroindustria), di cui a Brindisi la dimissionaria Ministro/a dell’Agricoltura nel 1988 ne divenne “segretaria provinciale”.
Ma la vera notizia è che “L’Italia revoca l’export delle armi in Arabia Saudita e Emirati” (‘HuffingtonPost’, 29.1.21), che ‘Rete italiana pace e disarmo‘ fa risalire all’esecutivo dell’ex Sindaco di Firenze per una commessa “relativa a quasi 20mila bombe aeree” (‘Ansa’, 29.1.21).
Forse anche prima (chi è senza peccato scagli la prima pietra), tuttavia all’epoca “viceministro dello sviluppo economico”, nominata il 29.1.16, era la suddetta ministra.
Ora che siamo tutti più tranquilli, in quanto da oggi dovrebbero esserci meno campi minati, l’ex bracciante pugliese potrebbe sperimentare il regime tariffario saudita lavorando lei stessa su quei terreni.
Qualora decidesse di rimanerci, chissà che un giorno non le concedano la cittadinanza, magari senza l’obbligo di portare il velo.
Avremo così finalmente un’araba felice?
Cordialmente
Giovanni Amaducci