PROCURATORE GENERALE DELLA CASSAZIONE
(Dott. Giovanni SALVI)
(Raccomandata n° 200451352631)
PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI FIRENZE
(Dott.ssa Marilena RIZZO)
Il Sottoscritto, Giovanni AMADUCCI, nato a Boston (USA) il 1.3.64 e residente a Firenze in XXX, espone quanto segue:
1) Dopo l’invio del materiale datato 18.12.20 ( https://www.civitasdemocratica.it/2020/12/18/al-procuratore-generale-della-cassazione-2/ ), e come ricordato nell’istanza di prosieguo indagini al GIP per le indagini preliminari il 30.12.20 e che indirettamente si rifà ai fondi del Recovery Plan per la cybersecurity (allegato 1), si è fortuitamente venuti a conoscenza da fonte giornalistica che “la presidente del tribunale Rizzo finisce sotto procedimento disciplinare” per i “veleni fiorentini del caso Palamara” e per aver “violato doveri di correttezza, leale comportamento, equilibrio e riserbo” (‘FirenzeToday’, 1.10.20). Nel medesimo articolo viene riportata una frase via WhatsApp da parte della Presidente datata 28.2.18 riguardante il Giudice Fernando Prodromo: “I laici come voteranno? L’abnorme lasso temporale oramai trascorso puzza tanto di inciucio. In Toscana tutti si aspettano che non venga riconfermato e una diversa decisione farebbe perdere fiducia nei confronti dell’autogoverno” (allegato 2). A parte il fatto che a questo punto sarebbe doveroso conoscere i nomi e cognomi dei “tutti” a cui si fa riferimento nella suddetta chat, ma coincidenza vuole che il Giudice Prodomo fosse allora anche Presidente della I Sezione Civile del capoluogo toscano. Lo scorso 6.7.20, come allegato 4, era stato inviato al Procuratore Generale della Cassazione copia della comunicazione interna di fine maggio 2017 del giudice Florio, autore della sentenza civilistica Amaducci/PD ( https://www.civitasdemocratica.it/documents/garanti_pd/Sentenza_Amaducci-PD_270219.pdf ), alla Presidente Rizzo “ritenendo dubbia la corretta assegnazione alla I sezione civile”. Senza entrare nel merito della sentenza, dove il Sottoscritto compare come attore contro il Partito Democratico (contumace), va posto però il problema del perché l’allora Presidente della I Sezione non abbia potuto prendere lui stesso in carico la vertenza e/o valutarne l’eventuale incompatibilità, in quanto da un punto di vista gerarchico lo scomparso Giudice Florio era un sottoposto del Giudice Prodomo. Quest’ultimo, come riportato sempre sulla medesima testata del 1.7.20, “si prepensiona e accusa la presidente del Tribunale… probabilmente anche per lo ‘zampino’ di Palamara” ( https://www.firenzetoday.it/cronaca/caso-palamara-firenze-giudice-pensione-presidente-tribunale.html ). Sempre il medesimo, in una email del 18.11.19 al Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Firenze, G.Cassi, aveva annunciato l’impossibilità di ricevere come di consueto i legali “per motivi personali e organizzativi” (allegato 3). Per completezza di informazione, in data 30.9.20 era stata inviata raccomandata dal Sottoscritto al Presidente del suddetto Ordine in cui si formalizzavano richiesta chiarimenti, in parte già avanzati alla Presidente Rizzo nella primavera 2019 ( https://www.civitasdemocratica.it/2019/04/11/al-presidente-del-tribunale-di-firenze-2/ ), riguardo la scelta della competenza territoriale e per i tempi scaduti, o lasciati scadere, per l’eventuale appello alla sentenza del Dott. Florio.
2) “Per il posto di pres. Sez. del Trib. Pistoia molto valido e Giuseppe Pezzuti, su cui potrebbe convergere anche MI” (17.12.17), risulta sempre dalle chat in questione (allegato 2). Quest’ultimo, risulta essere “cugino” (‘Il Tirreno’, 15.11.13, allegato 4) di Valentino Pezzuti, ex Presidente del Tribunale di Lucca e neo “presidente del Tribunale di Arezzo” (‘Il Tirreno’, 21.11.20, allegato 4), a sua volta “parente del gip del tribunale di Firenze, Angelo Antonio Pezzuti” (‘Il Tirreno’, 15.11.13). Valentino Pezzuti ed il Giudie Sebastiano Puliga, condannato in via definitiva, sono stati per anni protagonisti di una controversa vicenda (caso Sannino) che li vedeva “indagati per abuso d’ufficio” (‘la Repubblica’, 9.8.06, allegato 5) dove la Procura di Bologna, allora competente per i reati commessi dai magistrati toscani, ne dispose l’archiviazione. Non si può omettere di ricordare che i due (Pezzuti e Puliga) compaiono quali giudici che avallarono nel novembre 1996 la costituzione di una società (allegato 6), in riferimento al paragrafo 6 della documentazione inviata lo scorso 18.12.20, utilizzando appunto la “FINCENTRO”, come “la fiduciaria utilizzata dai denunciati per coprire i reali soci della nuova società informatica”. Difficile, se non impossibile, credere che costoro non sapessero, come sempre riportato al medesimo paragrafo di dicembre scorso, che “il 25 settembre 1992 vengono sequestrati, presso l’agenzia 1 della Cassa di Risparmio di Firenze, titoli per 31 miliardi depositati da Angelo Iaselli, iscritto alla P2 ed ex colonnello della Guardia di Finanza, per conto della Fincentro, di cui è presidente”. Pure ‘L’Espresso‘ nel suo ultimo numero, un quarto di secolo dopo i fatti sopra indicati, riporta che “la strategia varata dalle autorità europee si fonda su un’idea semplice: creare un registro dei titolari effettivi delle società. Come dire: giù la maschera. Basta prestanome, intestatari apparenti, fiduciari, trust, fondazioni di comodo. Stop all’anonima evasori. E al riciclaggio offshore dei tesori di mafiosi… Purtroppo l’Italia è uno dei pochi paesi che non hanno attuato questo registro… Una lacuna che il procuratore di Milano, Francesco Greco, grande esperto di lotta all’evasione, ha definito ‘la prima criticità’”.
3) Nelle chat della Dott.ssa Rizzo con l’ex Presidente Anm Palamara, e tutte consultabili sul sito del quotidiano ‘La Verità‘, vi è inoltre quella datata 17.7.18, dove la prima scrive che “Per vacanza Gratteri propongo Gatto per vacanza Banci propongo Pezzuti, su cui mi dicono che anche MI convergerebbe. Gatto è di MI e Pezzuti è di Unicost” (allegato 2). Il Banci in questione è quasi sicuramente il GIP fiorentino Antonio Banci. Si osservi pertanto quanto riportato dal Sottoscritto sulla prima pagina nell’esposto depositato il 20.1.06 a Genova (diventata dopo Bologna competente per i magistrati toscani): “Il Pubblico Ministero ometteva, però, di inviare l’avviso ex art. 408 c.p.p. al Dr. Amaducci, nonostante che costui ne avesse fatto espressa richiesta. Il G.I.P., Dr. Banci, a sua volta anziché restituire gli atti al P.M., perché sanasse il vizio procedurale, disponeva erroneamente l’archiviazione del procedimento penale. Proponeva, allora, ricorso per Cassazione il Dr. Amaducci, per violazione del principio del contraddittorio. La Corte di Cassazione, Sez. V, con sentenza n. 5159 Camera di Consiglio 26.10.1999, annullava senza rinvio il decreto di archiviazione impugnato…”. Al fascicolo una volta tornato a Firenze nelle mani del PM Gabriele Mazzotta, fecero seguito segnalazioni in cui “si evidenziava come il P.M. avesse fatto scadere ingiustificatamente i termini di indagine, senza compiere le investigazioni… Il Dr. Amaducci, in modo del tutto fortuito, veniva a conoscenza del provvedimento di archiviazione emesso ‘de plano’ dal GIP del Tribunale, Dott. Antonio Crivelli… La Corte di Cassazione, Sez. V, con sentenza n. 606 del 25.03.03, invece, annullava senza rinvio il decreto di archiviazione del G.I.P. presso il Tribunale di Firenze ”. Malgrado successiva “istanza di astensione” e “ricusazione”, ed avendo quest’ultimo violato la legge, il medesimo, emetteva “ordinanza di archiviazione” il 29.1.04 (allegato 7). Comportamenti segnalati, come accennato, alla Procura di Genova, che dopo nove anni, per mano della Dott.ssa Cristina CAMAIORI, inoltra richiesta di archiviazione, rendendo così tecnicamente improcedibile il perseguimento di ogni eventuale reato, oramai caduti in prescrizione. Il tutto poi formalizzato il 17.3.17 al C:S:M, Ministero della Giustizia, e Procura Generale della Cassazione. La consiliatura del C.S.M. (2014-2018) che si è pronunciata in merito nel giugno 2017 ( https://www.civitasdemocratica.it/documents/apis/Csm_230617.pdf ) aveva, oltre a Luca Palamara in veste di togato, Giovanni Legnini, Giuseppe Fanfani e Maria Elisabetta Casellati, in qualità di membri laici.
4) Mentre per la Dott.ssa Rizzo, come riporta ‘la Repubblica’ del 4.11.15 (anno in cui il Palazzo di Giustizia fiorentino fu intitolato a Calamandrei), il “Csm si spacca”, avendo come relatore “l’avvocato penalista Giuseppe Fanfani, ex sindaco di Arezzo, consigliere laico in quota Pd” ( https://firenze.repubblica.it/cronaca/2015/11/05/news/la_nuova_presidente_del_tribunale_e_rizzo_vince_con_14_voti_ma_il_csm_si_spacca-126650751/ ), meno problematica, come ricorda ‘la Repubblica’* del 18.9.97, fu l’elezione di Antonino Guttadauro a Procuratore capo di Firenze, “Eletto dal Csm alla prima tornata… con 18 voti a favore… Guttadauro… ha ricevuto il consenso della corrente di Unicost (i più numerosi) di Magistratura indipendente (alla quale il magistrato è iscritto) e dei laici (Forza Italia, Alleanza nazionale e probabilmente anche la Lega)… Guttadauro – come ha lui stesso puntualizzato – assume un’eredità onerosa: quella di una procura nella quale si stanno svolgendo indagini delicatissime – l’indagine sui mandanti delle stragi del 1993 è la prima” (allegato 8). E’ importante notare che sulla prima pagina della sentenza della Cassazione n° 5159/99 (allegato 9), a cui si è precedentemente accennato, viene riportata la data del decreto di archiviazione ritenuta invalida del GIP Banci (5.12.97), e lo scambio di informative tra il PM Mazzotta ed il GIP Crivelli, fino all’ennesimo ed illegale decreto di archiviazione “de plano” datato 20.6.01 (allegato 7), è il lasso di tempo in cui a capo della Procura di Firenze sedeva il Dott. Guttadauro (settembre 1997 – fine 2001). Che per tale incarico batté il Procuratore aggiunto Fleury, l’unico tra i colleghi che il compianto Gabriele Chelazzi “salva” ( https://www.libreidee.org/2017/09/strana-morte-di-chelazzi-indagava-sui-mandanti-delle-stragi/ ). Superfluo ricordare che 12** anni dopo l’esposto del Sottoscritto in Procura a Firenze dell’aprile 1997, l’allora capo della Procura di Catania nel 2015, ed attuale Procuratore Generale della Cassazione, chiederà il rinvio a giudizio per concorso esterno nei confronti del possessore delle quote di maggioranza de ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’ Mario Ciancio Sanfilippo, quest’ultimo anche proprietario del quotidiano ‘La Sicilia’, nonché Presidente della Federazione Italiana degli Editori (FIEG) proprio negli anni 1996-2001. Periodo in cui i suddetti Mazzotta e Crivelli, oltre a quelle del Sottoscritto, avevano in gestione le indagini sull’ex patron della Fiorentina quando accadde il passaggio di TMC da Seat a Telecom.
5) Nel minuzioso rapporto della Polizia Giudiziaria del 6.11.20 relativo ai presunti accessi abusivi sulla casella amaducci@dada.it (allegato 1), viene citato un’integrazione di metà giugno 2019, quando le indagini erano in corso e non era ancora chiaro chi avesse cambiato la password, inviata dal Sottoscritto alla Dott.ssa Alessandra Dolci della DDA di Milano per mettere sotto la lente eventuali legami tra l’allora vicenda fiorentina di fine secolo e quella milanese, che ha visto il Sottoscritto patire licenziamento avvenuto nel marzo 2002, questo poi ritenuto illegittimo dalla Cassazione Sez. Lavoro (n° 9425/08). Licenziamento che era stato preceduto da provvedimenti disciplinari motivati da ‘insoddisfazione’ da parte di alcune testate tra cui ‘il Giornale’ e ‘Rizzoli – Corriere della Sera’.
6) Nell’esposto di 23 anni fa alla Procura fiorentina, oltre ad illustrare che la società di cui il Sottoscritto era socio vantava “un credito di Lire 886 milioni nei confronti della Gazzetta del Mezzogiorno di Bari” (pag.8), proprio per differenziare la propria posizione lavorativa da quella dei denunciati, si evidenziava che “Nel febbraio 1996 vengo assunto al Consorzio Ortelius, organismo di emanazione dell’Università degli Studi di Firenze, che opera nel settore educativo e della ricerca scientifica e non in quello editoriale” (pag.2). In quel progetto erano stati messi in condivisione online tutti i corsi di studi di tutte le università UE. Per sottolinearne l’importanza, affinché ciò che era stato realizzato non fallisse per mancanza di fondi – e non solo – (cosa poi accaduta), fu inviato un sollecito all’allora Presidente della Commissione Prodi (allegato 10). Questo per ribadire che per il Sottoscritto quanto depositato presso il Tribunale Civile di Firenze nell’aprile 2017 al fine di formalizzare ricorso per la mancata partecipazione alla corsa per la segreteria PD, riguardo alla “Necessità informatizzazione SSN” ( https://www.civitasdemocratica.it/2015/06/05/ai-garanti-del-pd/#23-c ) – e quindi la messa in condivisione dei dati tra i vari sistemi sanitari regionali – non era di impossibile realizzazione. Tenuto conto che al momento si sta discutendo su quanti miliardi di euro sarebbero da destinare alla Sanità per il Recovery Plan; e che a Bergamo, a torto o a ragione, molti familiari delle vittime da Covid-19 stanno intentando causa allo Stato per “epidemia colposa”.
7) Al momento del deposito del presente atto presso il Tribunale di Firenze, la documentazione del 18.12.20 indirizzata alla Procura Generale della Cassazione, questa depositata in Procura a Firenze e regolarmente ricevuta dalla Procura di Bergamo e Perugia, come risulta dal sito di Poste.it (n° 200451354428), si trova ancora presso il centro di smistamento di Fiumicino. Ragion per cui è stato fatto reclamo (allegato 11).
Documenti allegati:
1) Richiesta prosieguo indagini al GIP Tribunale Firenze del 30.12.20; 2) Chat Presidente Rizzo – Luca Palamara del 17.12.17, 28.2.18, e 17.7.18; 3) Email Giudice Prodomo all’Ordine Avvocati di Firenze del 18.11.19; 4) Articoli ‘Il Tirreno’ del 15.11.13 e 21.11.20; 5) Articolo ‘la Repubblica’ del 9.8.06; 6) Atto costituivo società ‘Navita’ del 18.11.96; 7) Esposto Procura Genova del 20.1.06; 8) Articolo ‘la Repubblica’* del 18.9.97; 9) Sentenza n° 5159/99 Cassazione del 26.11.99; 10) Lettera e risposta al Presidente Commissione UE Prodi; 11) Reclamo a Poste Italiane del 30.12.20;
Firenze, 7.1.21
* Errata Corrige: ‘Il Tirreno’
** Errata Corrige: 18