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Firenze, 9.1.19
La vulgata vuole che Bellosguardo sia uno degli “ambienti in cui vissero gli illustri Dante Alighieri e Guido Cavalcanti”.
“Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso / vidi gente attuffata in uno sterco / che da li uman privadi parea mosso. / E mentre ch’io là giù con l’occhio cerco, / vidi un col capo sì di merda lordo, / che non parëa s’era laico o cherco.” (Inferno, XVIII, vv. 112-117)
Non è che il Sommo Poeta, per narrare meglio le Malebolge, si sia ispirato proprio all’immemorabile iscrizione ‘incisa‘ nella porta dell’ormai fatiscente pozzo di Piazza Bellosguardo?
Cordialmente
Giovanni Amaducci