PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
ECC.MO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
(a mano)
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Egregio Presidente,
Le scrivo in virtù della risposta che il Consiglio Superiore della Magistratura, da Lei presieduto, ha dato il 23.6.17 (allegato 1) al mio esposto del 17.3.17 (allegato 2).
A fronte di rimostranze nei confronti di un Pubblico Ministero della Procura di Genova, l’Assemblea Plenaria nella seduta del 21.6.17 ha rilevato che “non ci sono provvedimenti di competenza del Consiglio da adottare in quanto trattasi di censure ad attività giurisdizionale”: il problema è che in questo caso di attività giurisdizionale non c’è proprio traccia, dato che il fascicolo in questione è rimasto per ben 9 anni in giacenza (ed intonso). Possibile che tra C.S.M., Ministero e Procura Generale presso la Cassazione, non si sia ipotizzata la sussistenza di anomalie sul funzionamento della Procura di Genova? Ed anche se le due cose sono formalmente scollegate, ma che in fin dei conti riguardano lo stesso editore, possibile non sia stata contemplata un’incompatibilità ambientale nei confronti di un GIP di Catania, come indicato nell’esposto, che ha negato il concorso esterno in associazione mafiosa?
Va riconosciuto che lo scorso 15.6.17 la VI commissione del C.S.M. ha giudicato non positivamente, ed all’unanimità, il decreto governativo del 19.8.16 che sanciva (non si sa se all’insaputa del Ministro) l’obbligo della Polizia Giudiziaria di comunicare ai superiori sulle indagini in corso. Questo gli fa onore.
Un po’ meno onore quando si legge nella copertina del libro, uscito il 29.6.17 e scritto dall’ex GIP di Vicenza Cecilia Carreri, ‘Non c’è spazio per quel giudice’, che “Consiglio Superiore della Magistratura e Ministero la stringono in una morsa mortale, costringendola alle dimissioni… Poi, esplodono le indagini a carico di una Banca e del suo Presidente, un imprenditore che Cecilia Carreri aveva tentato invano di mandare a processo anni prima”, dal quale “non si salva nessuno: magistrati, avvocati, commercialisti, giornalisti, imprenditori, persino la politica e il sistema bancario”.
A testimonianza dei disagi che vengono arrecati ai comuni cittadini dai meccanismi della Giustizia italiana, si coglie l’occasione per informare che l’esposto del 17.3.17 è stato inserito come documento all’interno del procedimento presso il Tribunale Civile di Firenze, che vede il sottoscritto in qualità di attore contro il Partito Democratico per la mancata partecipazione alle Primarie per la Segreteria ( https://www.civitasdemocratica.it/2017/04/14/ricorso-primarie-segreteria-pd/ ); procedimento che, neanche a farlo apposta, a distanza di circa 3 mesi dall’iscrizione a ruolo (allegato 3) non ha ancora avuto data di fissazione.
In conclusione, visto che nell’esposto dello scorso marzo si accenna anche ad una vicenda lavorativa interrotta da licenziamento che poi la Cassazione ha ritenuto illegittimo, ed al quale in ‘Rizzoli-Corriere della Sera’ a suo tempo hanno potuto assistere in diretta ma non hanno ‘potuto’ scrivere un rigo ( https://www.civitasdemocratica.it/2014/11/22/youdorm/#Lavoro ), La pregherei di prendere in esame se dietro la risposta del C.S.M. a questa oramai storia ventennale, non si nasconda invece qualcosa di più patologico.
E cioè la sempre più labile separazione tra potere politico, giudiziario e mediatico.
Distinzione che invece dovrebbe essere alla base di uno Stato liberale.
Documenti allegati:
1) Comunicazione delibera C.S.M. del 23.6.17; 2) Esposto al C.S.M. del 17.3.17; 3) Iscrizione a ruolo presso il Tribunale Civile di Firenze del 21.4.17;
Firenze, 13.7.17
Giovanni AMADUCCI