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TO: lettere@ilmessaggero.it

CC: lettere@ilfattoquotidiano.it, paola.taverna@senato.it, dimaio_luigi@camera.it, virginia.raggi@comune.roma.it, matteo@governo.it, uscitizensflorence@state.gov

Firenze, 8.9.16

In data 7.9.16 a pag.3 il quotidiano ‘Il Messaggero’ ci informa di essere “in possesso” della email, poi caricata anche sul sito de ‘il Fatto Quotidiano’

( http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2016/09/Mail-Di-Maio.jpg ), che la senatrice Paola Taverna ha inviato il 5.8.16 al Vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, per informarlo sullo stato delle indagini nei confronti dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Roma (“Assessore in ogni caso già indagata secondo quanto risulta dalla visura ex art. 335 cpp.”).

Qui non si vuole prendere le difese del Vicepresidente della Camera, che per questa figurella meriterebbe un’intervista a ‘Vanity Blair’ che comunque in Italia ha già un popolare lettore ( https://www.civitasdemocratica.it/2014/02/23/a-new-bliar-is-born/ ), ma la domanda è: se tutti sembano smentire la fuga di notizie, come è stato possibile entrare legalmente in possesso della email in questione?

Da un punto di vista tecnico è facilmente spiegabile, da quello giuridico un po’ meno (vedasi allegati PDF sui captatori informatici al seguente link: https://www.civitasdemocratica.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/09/I-trojan-virus-captatore-informatico.zip ).

Forse il titolo del libro su Snowden ‘No Place to Hide’, vicenda che ha messo in imbarazzo anche l’amministrazione Obama, può evocare qualcosa?

Cordialmente

Giovanni Amaducci

(CivitasDemocratica.it)

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