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ALL’AUTORITA’

GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO

RACCOMANDATA R.R.

P.C.: Palazzo Chigi (matteo@governo.it), Copasir (info@sicurezzanazionale.gov.it), EnergiaMedia (redazione@energiamedia.it), Cys4 (info@cys4.com), Eunomia (via raccomandata e info@eunomiaonline.it), RFK Center (infoeurope@rfkhumanrights.org), Tages Group (info@tagesgroup.com)

Firenze, 1.2.16

Spett.le Autorità,

dopo gli ultimi fatti di Parigi d’incanto è comparsa come priorità quella di istituire un’Agenzia nazionale per la sicurezza informatica.

Da una parte fa piacere che l’attuale Esecutivo, spesso alla ricerca del tempo perduto, si stia muovendo in tal senso; dall’altra fa discutere la modalità di scelta delle competenze per istituire tale Agenzia, visto che normalmente l’Intelligence dovrebbe essere al servizio dello Stato e non del Governo.

Coincidenza ha voluto infatti che proprio il giorno prima dell’attentato nella capitale francese, si fosse segnalato ( https://www.civitasdemocratica.it/2015/11/12/unesco-o-unescort/ ) che a Roma si era svolto, grazie a ‘EnergiaMedia’, la 2a Conferenza Nazionale Cybersecurity Energia (programma allegato). Qualora in futuro l’agenzia per la cybersecurity dovesse essere gestita in toto od in parte da privati, chi scrive non fa mistero di essere interessato, come tanti altri, ai fondi stanziati avendo acquisito in passato un minimo di infarinatura sulle reti informatiche (allegato).

Questo non deve costituire nessun titolo preferenziale, ma solo, secondo le leggi del mercato, un interrogativo in merito ai requisiti su chi debba assumersi tale responsabilità, visto che l’azienda incaricata ‘a divinis’ sembra essere la ‘Cys4’ ( https://cys4.com/ ) di Marco Carrai (quest’ultimo formalmente informato, e non informatico, via raccomandata presso ‘Eunomia’ in qualità di responsabile relazioni esterne http://www.eunomiaonline.it/le-persone/ ). A parte l’inglese postato sul sito (“If you would like join to us”), ma digitando ‘whois’ da linea comando su sistema operativo Linux, non si riesce a capire bene chi abbia eseguito la registrazione del suddetto dominio in quanto compare – a proposito di sicurezza nazionale – un indirizzo di schermatura panamense (allegato). Rimanendo in tema di sicurezza nazionale, in passato si era chiesto a chi di dovere, invano, del perché il 35% delle reti di Cassa Depositi e Prestiti fosse stata data ai cinesi e non ad un’azienda europea, o al limite di dare la possibilità a nuovi imprenditori di poterci investire ( https://www.civitasdemocratica.it/2014/11/22/youdorm/#Economia ).

E’ notizia di questi giorni dell’accordo tra Cisco ed il Governo per un importo di circa 100 milioni per la formazione e lo sviluppo digitale nelle scuole italiane. Nessuno mette in discussione la qualità degli apparati di rete della multinazionale statunitense, c’è da chiedersi però se non fosse stato necessario, almeno formalmente, un bando di gara. A dimostrazione che forse questo accordo viene da molto lontano, tempo fa nel gennaio 2015 si era segnalato come tra gli sponsor dell’RFK Center di Firenze, oltre ad ENEL e Bosch, ci fosse proprio la Cisco ( https://www.civitasdemocratica.it/2015/01/22/any-human-left/ ). Nella segnalazione, a proposito di cybersecurity, c’è anche un piccolo riferimento al libro ‘No place to hide’ del premio Pulitzer Glenn Greenwald, che racconta come alcuni dei router della suddetta corporation fossero stati manomessi per intercettare e redirezionare il traffico di rete.

In merito alla gestione dei crediti deteriorati delle banche, i cosiddetti “non performing loans”, supponiamo che una holding specializzata in “distressed debt” come ‘Tages Group’, di cui fa parte anche l’ex membro della Banca Centrale Europea Bini Smaghi ( http://www.tagesgroup.com/our-people/ ), questi futuro direttore di Chianti Banca (istituto che a sua volta ha rilevato nel 2012 il Credito Cooperativo Fiorentino in liquidazione), abbia intenzione di rilevare i crediti di qualche banca appena dichiarata insolvente. Anche se in teoria questo non dovrebbe essere di stretta competenza dell’Antitrust, tuttavia onde prevenire l’ennesimo scandalo o sanzione, si dovrebbe quantomeno, a meno che non sia già stato fatto, porsi il problema fin da ora di come garantire parità di accesso alla gestione di tali crediti, visto che in passato per il modo in cui sono stati erogati, più che alla qualità si è badato esclusivamente alla quantità. Ed i risultati, da non ripetere, si son visti.

Cordialmente

Giovanni Amaducci

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