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Firenze, 30.07.13

Non passa giorno che uno non riesca a svegliarsi la mattina, o meglio, che uno non riesca a non perdere la concentrazione di continuo senza domandarsi “Ma cosa staranno combinando quei ragazzacci in Transatlantico?”. Sì perché sembra che ci sia sempre qualcuno a scatenare risse ogni volta che c’è da prendere una decisione, tradendo un nervosismo tipico di chi tenta di riposizionarsi in vista di congressi di partito o elezioni imminenti. Si sa che i matrimoni, soprattutto quando sono ‘strani’, ‘larghi’, o di necessità, possono andare in crisi. Il problema è che quando ci sono di mezzo 60 milioni di figliuoli, con altrettanti problemi, ci si aspetterebbe da parte dei ‘genitori’ o tutori che dir si voglia, un comportamento più che di larghe intese, semmai di larghe vedute.

Anche perché rischia di diventare velleitario, nonché seccante, esporsi con le massime istituzioni italiane (allegato ‘napolitano_030713‘) e ambasciate d’Oltreoceano (‘thorne_040713‘), per sensibilizzarle sul problema inerente al ruolo delle agenzie di rating; le quali probabilmente, nell’entrare ‘inavvertitamente’ a gamba tesa sulle costituzioni di altri paesi, vanno ben oltre il loro mandato: ma di fronte a questi continui teatrini romani, nella sostanza come dargli torto?

E’ come se uno si presentasse tutto spavaldo con un “My name is Bond, James Bond” e di rimando sentirsi dire “Junk Bond?”.

Diventa poi inutile che qualcuno ringrazi dalle proprie e-news per le critiche che gli vengono rivolte, passano pochi giorni e si ode sparare sulle correnti romane; e chi ha sparato viene rimbrottato dal proprio segretario di partito sul fatto che chi ha premuto il grilletto è proprio quello che ha la corrente più strutturata degli altri. Siamo forse al Saloon, dove tutti vogliono fare gli sceriffi?

Visto che oramai siamo in estate, potrebbe essere una buona occasione affinché molti ne approfittino per andare a farsi un giro in Barca; il quale sembra essere stato fin troppo educato ed elegante quando parlava di Orazi e Curiazi. Quando si va per mare, Capitan Max ne è un esperto, bisogna strambare e cazzare: probabilmente mandandoli in acqua riuscirebbero persino ad imbastire una battaglia navale tra Strambazi e… ‘sti Pazzi. Avanti miei brodi, all’arrembaggio! E vinca il peggiore, sennò che gusto c’è? Poi però è difficile essere in disaccordo con chi fa riferimento a qualche segretario che “dice che serve un Governo più autorevole e forte? Bene lo dica ai suoi compagni di partito che non perdono occasione per mostrarsi in totale disaccordo e anticipare a mezzo stampa o in Parlamento il congresso del Pd” (M.Gasparri, ‘Il Sole 24 Ore’, 21.7.13). Sì proprio lui, quello del S.I.C. transit gloria mundi.

Qualcuno dice che questo governo si sta muovendo a piccoli passi. Anzi, siccome in tema di lotta alla corruzione il Premier ha timidamente fatto cenno a Raffaele Cantone, ammettiamo che ne debba ancora farne 100 di passi. Ma c’è chi deve fare ‘I 100 Passi’ a Palazzo Chigi, chi invece deve ancora fare ‘I 100 Luoghi’ a Palazzo Vecchio.

E ci mancava pure la tegola kazaka. Il Premier si è coraggiosamente preso le sue responsabilità in difesa del suo vice dicendo “emerge in modo chiaro la sua estraneità” (E.Letta, ‘la Repubblica’, 20.7.13); vero o falso, c’è chi oramai per risalire la china della credibilità al massimo potrà farlo tentando di vincere in coppia a qualche festival canoro: stiamo parlando di Alfano & Romina Power; altri invece ne approfittano per creare ulteriori tensioni, dimostrando però non solo carenza strategica, ma anche tattica. Tutti siamo scandalizzati per la vicenda della piccola Alua, ma lasciamo a chi di dovere, tipo al Garante per l’infanzia, che se ne occupi, poi i conti si faranno più in là. Anche perché, qualcuno non diceva che in caso di sconfitta alle ‘primarie’… chi vuol capire capisca: se invece di giocare a Risiko avessero trovato una sintesi…

Comunque è piuttosto curioso leggere adesso che questi sequestri di persona vengono fatti “in cambio dei buoni affari conclusi a suo tempo dall’ex premier Berlusconi con gli zar del petrolio ex sovietico” (M.Giannini, ‘la Repubblica’, 18.7.13). E’ sempre così, ma come diceva Matteo nelle Sacre Scritture: “Oportet ut scandala eveniant”. Ora però vediamo se i maggiori quotidiani o network televisivi rinunceranno agli spot pubblicitari “You & ENI”, i cui affari vanno a gonfie vele proprio nel regime kazako, dove peraltro si applica la tortura. Vediamo se l’ENI stessa, uno dei maggiori contribuenti di Confindustria, in segno di protesta con quanto avvenuto, cessa le sue attività in quel paese. Succederà qualcosa? Probabilmente non succederà un bel nulla. Siamo o non siamo legati mani e piedi? E allora forse non sarà il caso di iniziare a emendarsi da un punto energetico da quei regimi?

Il Sindaco di Firenze invece, che non perde occasione per scalpitare, qualcosa in questo senso lo può fare. Visto che a settembre a Firenze si svolgeranno i mondiali di ciclismo e dato che uno dei favorito è proprio l’italiano Vincenzo Nibali, capitano della squadra kazaka Astana, perché non gli pone un aut aut del tipo: “O scindi il contratto con la tua squadra, o a Firenze non corri”. Ed in caso di rifiuto di quest’ultimo, perché il Sindaco insieme al Giani bifronte (un seggio in Comune, l’altro in Regione alla faccia del rinnovamento: per punizione si leggerà il presente testo due volte), e all’ex vicesindaco Nardella (uno dei padri morali della manifestazione) non si sdraiano per terra in modo da costituire un cordone umano e impedire la partenza della manifestazione iridata? Non sarebbe questa una testimonianza in difesa della democrazia, ed un trampolino di lancio per gli EUNOMIA boys? Accadrà qualcosa, o come al solito, ci sono troppi interessi in ballo?

Se si aggiunge che nell’Astana hanno corso personaggi che hanno fatto incetta di vittorie al Tour de France, per poi venir ‘pizzicati’ dal doping, abbiamo fatto tombola. Per non parlar dell’ultimo vincitore dei giochi olimpici, anche lui team Astana, kazako e ‘pizzicato’: ma si sa, oramai l’importante è vincere a tutti i costi, non partecipare.

Poi c’è chi partecipa alle feste ‘democratiche’ e fa il tiro bersaglio con le banane per dare il benvenuto al Ministro dell’Integrazione. Tra un porcello ed un orango è scientificamente provato che sia quest’ultimo il più vicino all’homo sapiens; anzi è proprio dal Continente Nero che proviene. Premesso che integrazione non è sinonimo di flusso incontrollato, ma sul sito ufficiale del partito in questione, il segretario come segno di civiltà nei confronti del Ministro, dovrebbe come minimo metterci “Siamo tutti oranghi”.

Tutto ciò non sposta di una virgola che questo Paese sia pressoché dinanzi ad un bivio, o rilanciare la grande industria, dopo il saccheggio delle privatizzazioni degli anni Novanta, oppure decidere di andare avanti a pizza e mandolino.

E per grande industria non vuol dire che colossi come la già citata ENI ed ENEL non debbano essere in qualche modo snellite o rese più efficienti, ma ad esempio fa rabbia leggere che “La società Elsag Bailey Process Automation, controllata da Finmeccanica, era un gioiello internazionale con la testa in Italia ed è stata smantellata dopo la cessione nel 1998 al gruppo svizzero-svedese Abb” (G.Dragoni, ‘Banchieri & Compari’, Ed. Chiarelettere): questo a dimostrazione che la testa in Italia non c’è proprio da un bel po’.

In merito ad ENEL & Co. si legge: “La soluzione più razionale per il consumatore sarebbe ridurre un po’ gli esagerati incentivi alle rinnovabili che hanno creato una capacità produttiva enorme (senza sviluppare però l’indotto), così da riequilibrare il settore. Ma la lobby elettrica ha un’idea migliore: ‘Sussidiate anche noi, per tenere le centrali ferme’, dicono. In gergo si chiama capacity payment. E serve un po’ a tutti: tra i gruppi che più ne hanno bisogno c’è Sorgenia, la società controllata dalla Cir dei De Benedetti e dagli austriaci di Verbund. Sorgenia ha lasciato Assoelettrica per ispirare una nuova lobby di categoria, Energiaconcorrente… Al ministero dello Sviluppo sono arrivate richieste esorbitanti: i lobbisti spingono per 400-500 milioni all’anno per la fase transitoria e poi 2 miliardi all’anno dal 2017 in poi. In teoria una parte del costo dovrebbe essere scaricato sui produttori di rinnovabili, ma visto il loro potere di opposizione è assai probabile che alla fine finisca tutto in bolletta” (Stefano Feltri, ‘Il Fatto Quotidiano’, 20.6.13). Sugli oneri di sistema in bolletta anche Aurelio Regina numero due di Confindustria pare se ne sia lamentato su ‘la Repubblica’ il 23.7.13.

Inoltre allo ‘State of the Union’ svoltosi l’anno scorso nel Salone dei Cinquecento a Firenze, durante la giornata dedicata alle utilities europee dell’energia elettrica, pareva di aver capito che gli incentivi al fotovoltaico a questi ritmi oramai non erano più sostenibili.

Non costituisce poi una violazione del mercato il fatto che ENEL Green Power telefoni a casa per fissare un appuntamento per verificare la fattibilità di un’eventuale installazione fotovoltaica?

Vale la pena ricordare che le ragioni per cui chi organizza il SolarExpo ha trasferito la sede da Verona a Milano sono essenzialmente due: 1) Solo un volo giornaliero dalla città scaligera alla Germania; 2) In virtù di incentivi destinati a scemare, i maggiori player, cinesi e americani, come specchietto per le allodole, devono avere una zona fieristica più facilmente accessibile come Milano.

Quindi da una parte le infrastrutture possono in teoria costituire un volano, dall’altra sembrerebbe però che non ci sia un’industria europea tale da creare un indotto sufficiente. Come recitava una celebre pubblicità americana: “Where is the beef?”.

Quindi fare innovazione è auspicabile, ma “In un Paese dove il 90% delle aziende impiega meno di 10 dipendenti, che qualità vorremmo che avesse la classe imprenditoriale? Gli imprenditori dovrebbero essere coscienti del ruolo sociale che svolge l’impresa, che abbia una visione, non come quell’imprenditore che mi disse ‘capannoni, ferrari e prostitute’ ” (Engelbert Thies, ‘Il Fatto Quotidiano, 12.07.13’).

A Firenze e dintorni, ad esempio, le Ferrari sfrecciano eccome; per le ‘prostitute’ sembra che ci si stia attrezzando; ma c’è un capannone che da troppo tempo è in disuso, cioè quello dell’ex Elettrolux ed ex ISI. “L’impegno della Regione per reindustrializzare la ex Elettrolux è stato costante. Non siamo stati noi a individuare l’imprenditore che ha dato vita a Isi… una volta fallito quel progetto, ci siamo impegnati per cercare nuovi investitori… Purtroppo anche questo percorso si è interrotto quando il governo ha ridotto le agevolazioni per le energie rinnovabili” (E.Rossi, ‘la Repubblica-Firenze’, 10.7.13).

E’ vero che l’imprenditore scelto dal governo l’ha combinata grossa, ma come fa il Presidente della Regione Toscana Rossi a fare certe affermazioni in merito al suddetto impianto, quando un imprenditore umbro, che ci ha già rimesso ben 650 mila euro, ha detto lo scorso anno al Festival dell’Energia a Perugia che quell’impianto non è adatto per produrre pannelli fotovoltaici? Non sarà il caso di provare a riconvertirlo per produrre cucine con piastre ad induzione e/o elettrodomestici predisposti a dialogare con il mondo della domotica?

Come preventivato mesi addietro, l’ex Assessore al Lavoro della Provincia di Firenze è sulla buona strada per diventare Ministro della Cassa Integrazione: “Faremo un’interrogazione in commissione lavoro per ottenere un’ulteriore rifinanziamento della cassa in deroga” (Elisa Simoni, ‘la Repubblica-Firenze’, 10.7.13). Avanti così, che di deroga in deroga…

E l’ex Assessore all’Ambiente del Comune di Scandicci, la neo deputata Bonafè, è stata mandata in viaggio premio a Roma per aver gestito cum laude l’intera vicenda?

Per dare un’idea del livello della politica industriale di questi ultimi trent’anni basti pensare che quando a metà degli anni Ottanta si entrava dentro le carrozze nel metrò di Washington D.C., che sembravano tratte da un film di fantascienza, e si scopriva che queste erano costruite dalla Breda, gruppo Finmeccanica, il primo pensiero era: “Ma allora l’America è a Pistoia!”. Pare che da allora le forze politiche della Piana pistoiese-pratese-fiorentina si siano sedute sugli allori tali da impedirgli di mettere in pratica un serio piano infrastrutturale per la mobilità.

Su questo argomento il Presidente della Provincia di Firenze dice: “Dobbiamo sbloccare la questione dell’Alta Velocità se non vogliamo tenere la Toscana fuori dalla principale rete ferroviaria europea e se non vogliamo perdere altri posti di lavoro” (A.Barducci, ‘la Repubblica-Firenze’, 11.7.13).

Altri invece sul merito sono più critici: “Ampia la gamma di connivenze ipotizzate dalla Direzione distrettuale antimafia, straordinaria l’associazione di soggetti istituzionali deviati coinvolti, emblematico il ruolo – anche all’ombra della cupola del Brunelleschi – della camorra campana. Sotto la scintillante vernice TAV…” (Girolamo dall’Olio – Presidente Idra, ‘la Repubblica-Firenze’, 11.7.13).

Più drastico invece chi nel Salone dei Cinquecento ci ha ricordato cosa dicono le organizzazioni criminali, e cioè che “Per vincere l’appalto alla TAV non puntiamo pistole alle tempie. Per vincere l’appalto alla TAV usiamo il nostro bancomat”, aggiungendo che . “E il bancomat delle organizzazioni è la coca” (R.Saviano, ‘L’Italia salvata dall’economia criminale?’, 7.6.13).

Sui lavori previsti per la Città Metropolitana fiorentina c’è chi è netto: “Firenze è al palo, non è stata convocata neppure una riunione” (Valdo Spini, presidente della commissione Affari costituzionali Palazzo Vecchio, ‘la Repubblica-Firenze’, 3.7.13).

Visto che a Firenze con la ‘Dama Bianca’ non siamo messi benissimo, i casi sono due: o Saviano esagera, ed in quel caso il Sindaco di Firenze dovrebbe avocargli la cittadinanza onoraria, altrimenti bisogna tutti sedersi ad un tavolo e riflettere.

Premesso che un’opera infrastrutturale la si dovrebbe fare secondo criteri di sostenibilità ambientale economica e sociale. Ma in vista della Grande Firenze, prima che gli animi si surriscaldino, onde evitare isterismi di ogni genere, quale migliore occasione per il Comune e Provincia di Firenze, Regione Toscana, affinché elaborino uno studio, un piano industriale, e coinvolgere i cittadini affinché siano messi a conoscenza dei rischi, costi, tempi e benefici sociali ed economici?

Non potrebbe essere questa una grande occasione di ‘Rinascita Civile’ dove si possa decidere tutti insieme se la TAV è meglio farla in superficie o sottoterra? E’ fantascienza? Sì, se non fosse che nella non lontana Svizzera (non certo la patria del socialismo reale), ogni opera infrastrutturale viene messa al vaglio della cittadinanza prima dell’inizio lavori.

Perché il problema non è tanto di fare o non fare le infrastrutture (che in teoria andrebbero fatte), ma semmai COME le si fanno.

Riusciremo a cogliere questa occasione in vista della riapertura dei vari cantieri?

Ed a questo punto si faccia decidere anche ai residenti del quartiere in questione della sorte di un buco nero come il S.Orsola situato nel bel centro di Firenze: altro che Rinascimento! Semmai trattasi di Disfacimento, con Comune e Provincia che giocano a freccette. Non sarà il caso di chiedere a Norman Foster, che ha fatto una riconversione urbanistica e ambientale della Ruhr, se ha qualche idea in proposito, invece di fargli fare stazioni sottoterra?

Atrimenti per la riqualificazione energetica di quell’immobile si potrebbe chiedere all’Amministratore dell’Agenzia Fiorentina per l’Energia, che con il suo “Serpente” (Surpassing Energy Targets through Efficient Public Buildings) per migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici, sta deliziando l’Europa grazie alla loro “vittoria nei bandi” (Sergio Gatteschi, ‘la Repubblica-Firenze’, 25.07.13).

A parte che sarà un po’ un’impresa riqualificare un edificio come ad esempio l’ITIS Meucci, essendo questo in classe G, quindi un colabrodo energetico; tanto che la custode di quell’istituto una volta disse che “bisognerebbe butta’ giù ogni hosa”. Ma la prossima volta che l’Amministratore della suddetta Agenzia si fa intervistare a ‘Porta a Porta’, potrebbe gentilmente deliziarci su come abbia fatto lui per vincere il bando (doveva essere più o meno il 2010) del posto che attualmente occupa?

Tornando ai problemi sull’innovazione, la neo deputata Bonafè tempo fa disse che il suo Matteo una volta era isolato, ma adesso! lo seguono in tanti. Abbia la cortesia di leggere A-T-T-E-N-T-A-M-E-N-T-E le lettere all’ex Presidente della Commissione Europea, da parte di chi in solitudine oltre dieci anni fa tentava di difendere, con scarsi e scarni risultati, strumenti che in ambito di istruzione superiore europea potevano costituire uno “straordinario veicolo per favorire la mobilità studentesca e per l’internazionalizzazione dei corsi di studi in ambito comunitario con lo scopo di garantire una educazione più mirata e vicina alle richieste del mondo del lavoro” (allegato ‘prodi_110300‘).

Esattamente ciò che dice adesso! anche qualcun altro: “Per trovare un lavoro – dice – i giovani disoccupati devono muoversi” (A. Merkel, 14.6.13, http://www.huffingtonpost.it/2013/06/14/angela-merkel-intervista-bbc_n_3442432.html?utm_hp_ref=italy ).

La finanza speculativa ci ha messo del suo, ma ora il conto è arrivato. E salato. Per tutti.

Finché glielo hanno permesso, il Professor Prodi sarà stato anche un discreto Presidente del Consiglio, ma come Presidente della Commissione Europea sembra fosse più preoccupato delle prestazioni su strada di Pantani. Durante il suo mandato quello era il momento per dare il via ad investimenti in infrastrutture elettriche ed informatiche per l’Europa a 15, invece di imbarcarsi senza se e senza ma nell’Europa a 24. Prima si doveva puntare sull’integrazione didattica-culturale, poi quella economica-politica, poi eventualmente quella finanziaria. E semmai di volta in volta far entrare gli altri paesi.

Non è praticamente è successo quasi l’opposto? Con il recente l’ingresso della Croazia siamo a 29, ma siamo pressoché diventati un pachiderma di burocrazia: manca solo il Vaticano e così facciamo 30 magna cum laude.

A proposito di Istruzione Superiore: “A scuola è morto l’umanesimo… Nel giugno di 14 anni or sono… si riunivano 29 ministri dell’Istruzione e siglavano un accordo, la ‘Dichiarazione di Bologna’, che avviava il processo che avrebbe dovuto realizzare lo ‘Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore’… Cominciava allora, in effetti, un gioco al ribasso della qualità, che avrebbe condotto l’Italia nel tunnel del famigerato ‘3+2’… fino alla devastazione firmata dalla signora Gelmini… Fra vent’anni saremo tutti ingegneri informatici?” (Angelo d’Orsi, ‘Il Fatto Quotidiano’, 3.7.13).

Speriamo di no, se si deve rispondere all’ultima domanda. Però quando l’Assessore all’Istruzione della Provincia di Firenze afferma che “Materie umanistiche più della pratica ecco l’errore della cultura di sinistra” (‘G.Di Fede, ‘la Repubblica-Firenze’, 11.7.13)”, significa che qualche ravvedimento c’è stato. Tanto che in un articolo apparso su ‘il ‘Corriere Fiorentino’, sono stati proprio gli studenti del liceo artistico di Porta Romana, dove ha studiato Ottone Rosai, che si sono lamentati per la diminuzione delle ore di laboratorio della riforma Gelmini.

Nell’introduzione al libro di Primo Levi, ‘La chiave a stella’ (1978) si legge: “Amare il proprio lavoro costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra… Certo, al giorno d’oggi il rifiuto del lavoro è addirittura teorizzato da componenti giovanili, ma anche senza giungere a queste posizioni estreme esiste in strati piuttosto diffusi una tendenza a sottovalutare la competenza professionale intesa come valore positivo in sé”: detto da lui…

Dov’è allora l’eresia se l’insegnamento dopo un certo livello è finalizzato a far acquisire delle competenze? O si ha timore dell’homo faber?

E’ vero che un eccesso di informatizzazione e di automazione porta inevitabilmente a perdita di posti di lavoro, ma questi strumenti possono portare a definire in maniera veloce alla creazione di nuove discipline, qualifiche ed insegnamenti. Un esempio concreto può essere dato dalla creazione e definizione di corsi di studio per una nuova disciplina come può essere quella dell’energy manager. Ma è solo un esempio. Le nanotecnologie sono un altro mare magnum. Il ruolo dell’architetto sta velocemente cambiando a favore della sostenibilità ambientale.

Semmai bisognerebbe prendersela con chi, in nome del “nuovo umanesimo”, fa fare i buchi sui muri del Salone dei Cinquecento.

“I capi di governo sono riusciti a rimpolpare i finanziamenti destinati al mercato del lavoro portandoli da sei a nove miliardi… La Direzione generale della Commissione europea che si occupa di lavoro ha 576 funzionari. Il ministero del lavoro tedesco ne ha novantamila… (Andrea Bonanni, ‘la Repubblica’, 29.6.13).

E’ vero che l’organico a Bruxelles è assai ridotto, ma per risolvere il problema occupazionale europeo non è necessario che a Bruxelles vengano assunti decine di migliaia di funzionari. Semmai andrebbe creata una task force nella capitale belga che abbia il compito di monitorizzare la raccolta dei dati inseriti periodicamente dai vari paesi comunitari e li metta in un grosso contenitore ben strutturato. Contenitore ben accessibile via Rete alle varie facoltà ed agenzia formative europee. Da qui il collegamento con i vari insegnamenti ed i vari enti di ricerca diventerebbe quasi automatico.

Se si fosse portato a termine una sorta di rete neurale a livello europeo, forse non saremmo qui a piangere sul latte versato: quale occasione migliore durante il semestre di presidenza europea assegnato all’Italia per riproporre questi temi? Anzi, meglio sarebbe prima delle elezioni europee del 2014 proprio per dare un segnale, in vista dello scontato bagno di sangue elettorale.

(Piccola parentesi: sarebbe bene che la classe politica inizi a prendere dimestichezza con termini quali ITU e ICANN, perché il giorno in cui qualcuno tenterà di privatizzare la Rete, non saranno rose e fiori.)

Sembra comunque che l’incontro con la Merkel ed il Sindaco di Firenze sia andato benissimo visto che hanno parlato di calcio e presumibilmente anche de ‘Die Kuppel Brunelleschis’. Chissà se la Cancelliera avrà accennato al Sindaco che in Germania il finanziamento pubblico ai partiti da loro funziona assai bene. Anche perché in quanto a coerenza, su questo specifico tema gli unici che possono parlare sono i grillini che hanno restituito, come promesso, i rimborsi elettorali. Se coerenza chiama coerenza, chi porta avanti in Parlamento l’idea di abolire il finanziamento ai partiti sarebbe opportuno che non si facesse pizzicare dalla Gabanelli sul fatto che qualche donatore della sua campagna delle ‘primarie’ sia tuttora occulto. Sennò qui casca l’asino, o il piccione che dir si voglia.

Sembra comunque che il furtivo summit italo-teutonico sia stato un colpo di fulmine, roba da “Papageno-Papagena”: vediamo se in ponte non ci sia una performance al Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze de ‘Il Flauto Magico’ da parte dei Berliner. L’ex sovrintendente del ‘Mangio’ Musicale, Prof. Stefano Merlini, ne sarebbe entusiasta dopo le arrabbiature esternate a mezzo stampa e a voce sul caso. Sì perché quest’ultimo in merito alle prestazione dell’ex-sovrintendente Colombo durante un incontro pubblico tenutosi al Galluzzo ha espresso il seguente giudizio: “operazioni sciagurate”.

“Matteo Renzi fa favori” (Maurizio Romani, ‘la Repubblica-Firenze’, 10.7.13) ha detto il senatore grillino in merito alla cena dei ‘carinissimi’ sul Ponte Vecchio. Probabilmente il senatore in questione è passibile di querela, come annunciato dal Sindaco. Ma vediamo se quest’ultimo adotterà lo stesso trattamento anche nei confronti del Prof. Merlini.

Sarà quel che sarà, ma al suddetto incontro pubblico hanno partecipato sia il rappresentante sindacale Aglietti e la Senatrice Di Giorgi. Che ci sia stata sulla fondazione lirica responsabilità anche da parte delle molteplici sigle sindacali è fuor di dubbio, ma va riconosciuto che in quell’occasione il più bocconiano di tutti si è rivelato proprio colui che in teoria si sarebbe dovuto proteggersi dietro vecchi slogan tipo “Hasta la victoria, siempre”, mettendosi invece a parlare di conferimento di un immobile della Regione a garanzia di un programma di rientro trentennale. Se non era un piano industriale poco ci manca. Chi invece avrebbe dovuto snocciolare dei numeri sembrava si fosse ‘dimenticata’ il pallottoliere a Roma, concentrandosi essenzialmente a parlare in maniera entusiastica, quasi ideologica, del Nuovo Teatro dell’Opera.

Il Sindaco di Firenze appena può giustamente strombazza che i dati delle amministrazioni dovrebbero essere messi on-line tramite gli Open Data: ma allora perché non ci ha pensato subito a mettere in Rete anche i bilanci del ‘Mangio’ musicale? Forse non si sarebbe giunti a questa situazione. Anche perché con tutta questa foga di andare diritto alla liquidazione, il Commissario Bianchi fa venire il sospetto che costui si stia muovendo secondo logiche tutt’altro che di mera contabilità. Poi naturalmente i sindacati si fanno male da soli mettendosi a litigare l’un con l’altro, ma questo è un altro discorso.

Sempre la Di Giorgi, il Tenente di Vascello che non è dato sapere se faccia parte degli Strambazi o degli ‘sti Pazzi, nel suo intervento su la ‘Repubblica-Firenze’ del 27.06.13 ha detto che uno dei modi per sostenere le startup è il crowdfunding. Può essere una soluzione, peraltro già facente parte del Decreto Sviluppo del precedente governo. Anche la campagna elettorale di Obama è stata finanziata in questo modo: ma la Chrysler è stata risollevata con il crowdfunding? E’ che questi strumenti dovrebbero essere utilizzati con la massima trasparenza, altrimenti tra una decina di anni, come ha anche ricordato Morya Longo sul ‘Sole’ del 28.7.13, dalla padella del credit crunch si rischia di passare alla brace dello strozzinaggio. Se poi a gestirli ci sono personaggi, che insieme all’onnipresente Barberis, mettono sul loro sito di aver conseguito la loro esperienza “at the derivatives stock exchange” ( http://www.siamosoci.com/about_us.jsp?locale=en ), il pranzo è servito.

Finché il sindaco di Firenze non dirà “il catalogo è questo” per quanto riguarda i suoi ‘obolisti’, rischierà sempre di venir considerato come un rappresentante dello shadowfunding. Right?

Il Presidente di Confindustria Squinzi ha detto che “La politica non percepisce le difficoltà dell’economia reale” (‘la Repubblica A&F’, 15.7.13). Pare che la senatrice non percepisca neanche quelle della ricerca, perché da quando veniva 15 anni fa ai colloqui sulla ricerca scientifica in Rettorato inveendo contro i politici definendoli gente che “non capisce nulla”, che cosa è stato fatto? A parte che è stranota la condizione disastrosa in cui versa il Consiglio Nazionale delle Ricerche, perché nel suo intervento non ha minimamente accennato all’enorme mole di dati prodotta dalla ‘Vqr’ (valutazione della qualità della ricerca) che era in corso? Era fuori dall’aula a mangiarsi il panino? Se cosi fosse, da ‘Puntare sui saperi’ sembra che punti più ai sapori. O forse il suo è stato un modo per riposizionarsi in vista di qualche redde fazionem?

Se ha delle soluzioni, qualche ricetta concreta in ambito di ricerca e sviluppo per risollevare le sorti, prendiamo ad esempio di una grande impresa come la Indesit, la comunichi al Ministro competente; la gente è stanca dei bei discorsini in stile ‘TV Sorrisi & Canzoni’. Anche perché cosa ne facciamo dei dipendenti in esubero della suddetta azienda: tutti startupper?

Sempre in riferimento all’intervento della senatrice, per quanto riguarda i metodi nuovi di finanziamento alla ricerca, stessa zuppa. Magari un accenno anche alla ricerca indipendente, come pubblicato su ‘nòva24’ del 14.07.13, non sarebbe stato male farlo ( http://ricercaindipendente.wordpress.com‘ ).

Tornando alla Indesit, il dramma è che qualora vi fosse un’adeguata politica fiscale per far ripartire i consumi, chi ha qualche liquido in cascina, appena può compra l’elettrodomestico prodotto nel sudest asiatico, in quanto meno costoso, più efficiente, più ecologica e colloquiante con un sistema intelligente per il risparmio energetico.

A ciò si aggiunge il dramma che in paesi come la Cina un ingegnere lavora a 2 euro l’ora con orari assai più disumani dei nostri, talvolta con brande all’interno dello stesso luogo di lavoro.

Se c’è qualcuno della cosiddetta sinistra riformista (quelli dell’ultima spiaggia a sinistra di Capalbio per intenderci) ha nostalgia della rivoluzione di Mao è sempre in tempo a fare fagotto e fare combutta con le Camusso del posto per rivendicare i diritti dei lavoratori.

Intanto, prima che i ‘riformisti’ si muovano, uno dei modi per reagire potrebbe essere quello di rafforzare l’area transatlantica di libero scambio, ponendo dei filtri sui prodotti provenienti dove non vengono rispettate condizioni di lavoro degne di tale nome, ed imponendo un Life Cycle Assessment, o tracciabilità, sui materiali che compongono il prodotto finito (come segnalato qualche giorno fa al Ministero dell’Ambiente). Uno dei trucchi utilizzati dai cinesi infatti è stato quello di contraffare il marchio CE con un logo simile chiamato ‘China Export’.

Allo stesso tempo, sarebbe opportuno che sul nostro versante si faccia innovazione. E system integration. perché non è pensabile che da sole le startup senza un indotto generato da una grande impresa, possano risollevare l’industria italiana ed europea.

Il recente accordo tra la UE e la Cina, accusata di importare pannelli solari sotto costo, è stato definito una “soluzione amichevole”.

Sarà, intanto vale la pena ricordare quanto ha detto Alfon Westgeest, executive director dell’EUROBAT ( www.eurobat.org ) all’ultimo SolarExpo in merito ai colossi cinesi, statunitensi, coreani e giapponesi, definendoli: “fierce international partners”.

Tornando al nostro piccolo mondo antico, in merito ad un’altra grande impresa, tipo Telecom, sull’ultimo numero de ‘la Repubblica A&F’ del 22.7.13 si fa riferimento ai “capitani coraggiosi” Colaninno e Gnutti. Siccome anche un editorialista del ‘Sole’ pensa che dietro quella oscura vicenda vi sia anche un altro personaggio, il giornalista ‘repubblicano’ in questione se non può scriverne, provi cercarsi un altro lido un po’ più ‘Libero’. O forse ha paura di ‘pizzicare’ l’Innominato, dal molo al quale è attraccato?

Ma talvolta è dura navigare da soli (allegato ‘berlusconi_11045‘), e parafrasando Asterix, non Sono Pazzi Questi ‘Repubblicani’.

Niente paura però, perché c’è chi fa il paladino della libertà di stampa strattonando per la giacca il Presidente della Repubblica – che nel merito era ovvio non potesse intervenire – e che però allo stesso tempo incrementa le proprie quote in una ‘grande’ impresa come RCS. Più che un problema di congiuntivi semmai è di congiuntivite.

Qualcuno, e forse il Sindaco di Firenze è la persona più vicina per tifo calcistico, può gentilmente regalare a DDV il DVD di ‘Quarto Potere’ di Orson Welles? Che dopo l’uscita del film nel 1941, pur vincendo l’Oscar, fu a sua volta isolato dalle major hollywoodiane, proprio quelle che gli avevano dato carta bianca per girare il film: evidentemente l’indipendenza si paga. O si compra, dipende dai punti di vista, sia con quote nei giornali o nelle squadre di calcio. O dismettendo grandi aziende informatiche per conquistare giornali. Ce ne è per tutti i gusti.

Comunque dopo l’ingresso in RCS da parte di Cairo, presidente del Torino nonché de ‘la7’, vorrà dire che il prossimo derby Juve-Toro, invece che allo stadio, si giocherà in via Solferino. Ma siccome DDV è proprietario della Fiorentina, e i Granata ed i Viola sono gemellati, che campionato sarà? Ed i cronisti sportivi della succitata azienda, o ‘grande’ impresa che dir si voglia, che faranno quando dovranno oggettivamente scrivere male delle succitate squadre di calcio: daranno la colpa agli arbitri ‘venduti’?

Caro Orson, tu sì che ci hai visto lungo.

Vediamo se i nostri esperti naviganti del Transatlantico, anche con l’ausilio di un cannocchiale, indipendentemente dai Giudizi Universali e le Tempeste Perfette, riusciranno a mantenere la rotta, o se ognuno, come scrisse Goethe nel suo ‘Viaggio in Italia’, e che anche la Merkel si suppone abbia letto, penserà per sé.

Più che un governo di larghe intese, servirebbe un governo di larghe imprese.

Cordialmente

Giovanni Amaducci

Pensierino dello ‘Spiegel’:

G.F.:“Allora Amaducci, dopo le rivelazioni del quotidiano tedesco sul caso Snowden-Datagate qui l’affare si complica. Ti immaginavi nulla?”

G.A.: “No comment.”

G.F.: “Non è una risposta, anche se ancora non posso leggerti il pensiero. Come nel ‘Truman Show’ sai che io posso vedere tutto quello che fai e dici. Certo però che spedire una raccomandata alla Casa Bianca e chiedere di “keep an eye” sulla vicenda MPS da parte del Ministero di Giustizia americano non è un po’ provocatorio, tra l’altro con il tuo indirizzo email sull’intestazione della raccomandata? Se poi fai allusioni su dove va a pranzare la Clinton…”

G.A.: “No comment.”

G.F.: “La raccomandata che hai spedito il 3.7.13 al Quirinale ci ha messo 5 giorni, mentre quella del 4.7.13 all’Ambasciata USA a Roma 8 giorni: anche se era già nell’aria, non trovi singolare che qualche giorno dopo aver spedito la raccomandata all’Ambasciatore Thorne, prima che formalmente la ricevesse, questi venga rimpiazzato da John Phillips?”

G.A.: “No comment.”

G.F.: “Comunque si mostra moderato ottimismo nel trafiletto di Eugenio Occorsio su A&F de ‘la Repubblica’ del 15.7.13 sui controlli incrociati sui derivati per arrivare alla creazione dell’area transatlantica di libero scambio, a cui si fai riferimento nella tua raccomandata a Obama lo scorso febbraio.”

G.A.: “No comment.”

G.F.: “Si è incantato il disco? Guarda che è inutile che ti atteggi a salvatore dei rapporti transatlantici. C’è chi ha fatto meglio: Silvio è riuscito a mettere d’accordo persino Bush e Putin.”

G.A.: “Ti facevo più imparziale, ma posso sbagliarmi. Vorrà dire che andrò ad Arcore a prendere ripetizioni.”

G.F.: “A proposito di Arcore ed ex Presidenti del Consiglio, fatti furbo: vedi se la Gianna Fregonara, che ora ha le spalle coperte in quanto moglie dell’attuale Premier, non ti fa un articolo sul ‘Corriere’ in merito al tuo licenziamento da parte della multinazionale americana per cui lavoravi. Non trovi strano che un’azienda apra una procedura di mobilità dopo aver firmato un contratto con un gruppo come Axel Springer?”

G.A.: “No comment. E poi la moglie del Premier ha avuto il buon gusto di autosospendersi.”

G.F.: “Vabbuò. Cambiamo argomento allora, visto che in politica hai ancora molto da imparare. Sei stato all’Hotel Mediterraneo per ben due giorni dove è scoppiato lo scandalo delle escort. No comment?”

G.A.: “Ero al Better Embedded (www.betterembedded.com), ed escort non ne ho viste. C’era un tale Galetto, Venture Capitalist, che ha detto che anche Leonardo da Vinci in fondo era uno startupper: vincerà il premio Giocondo.”

G.F.: “Ah, vedo che quando c’è di mezzo la carne sei molto meno anglossassone di quanto vuoi far credere. E a questo punto non si capisce se vuoi fare il politico, l’imprenditore, il predicatore. Allora perché eri lì, hai forse intenzione di aprire un’azienda come l’ABB?”

G.F.: “Campa cavallo che l’erba cresce! Faccio prima ad aprire un ristorante nel corridoio vasariano di Ponte Vecchio con camerieri che servono in livrea firmate da Scervino.”

G.F.: “Beh questa è una cattiveria nei confronti del tuo Sindaco.”

G.A.: “Voglio dire, uno passeggia tranquillamente in centro il sabato sera e si trova Ponte Vecchio sbarrato. Almeno avvisare, no? E poi c’è una bella differenza tra me e il Sindaco.”

G.F.: “In che senso scusa?”

G.A.: “Nel senso che io sono molto più ambizioso di lui. Io voglio diventare Presidente del Consiglio come trampolino per la mia ascesa alla Casa Bianca.”

G.F.: “A parte che non si capisce dove tu possa trovare tutti questi soldi per la campagna elettorale, ma dai sogni torniamo alle cose più terrene. Cosa pensi delle dimissioni dell’Assessore al Traffico del Comune?”

G.A.: “Il Sindaco è stato illuminane quando ha detto, in risposta a Monsignor Betori, che leggeremo Boccaccio invece di Dante: quando una donna viene a sapere che il proprio marito sta ‘trafficando’ con una escort di solito gli gonfia il viso di botte, o gli tira in testa il mattarello. E’ un classico. Sarà forse per quello che l’Assessore si è fatto fare il certificato medico. Meglio comunque che questi problemi vengano risolti subito, più in là si va e peggio è.”

G.F.: “E come lo sai? E’ un falso! Sono io il Grande Fratello, come mai non lo vedo nel mio archivio digitale?”

G.A.: “Forse qualcuno è andato nella stanza dei bottoni e ti ha cancellato un po’ di memoria sul caso specifico, come peraltro successe ad HAL9000 in ‘2001 Odissea nello Spazio’ ed in ‘Minority Report’. In fondo sei sempre una macchina, non un homo sapiens.”

G.F.: “Ora non usciamo dal seminato con le citazioni in latino. Dì la verità, invece che occuparti solo di microcontrollori al convegno all’Hotel Mediterraneo speravi sotto sotto anche di fare un po’ di ‘Erotica’.”

G.A.: “Per ora mi accontento di aver fatto un po’ di ‘Eroica’ in bici. Guarda il link http://www.eroicafan.it/images/percorsi/eroica_sud.jpg , siamo passati anche da Bibbiano dove c’è la tenuta, o ‘Quarto Podere’, del neo ambasciatore U.S.A.. Ad ottobre se riuscirò a fare tutti i 205 km dell’ ‘Eroica Storica’, oltre a chiedergli un po’ d’acqua per la borraccia, ne approfitterò per chiedergli circa 500.000 dollari per la campagna elettorale americana. Comunque controlla un po’ al link http://www.eroicafan.it/images/eroicasud2013.pdf , sono persino arrivato primo. Ora non mi rimane che chiedere a Capodacqua de ‘la Repubblica’ di farmi un bell’articolo nello sport dal titolo roboante ‘l’Eroico Amaducci’ per lanciarmi nella campagna elettorale italiana. Chissà che non ci scappi anche un contratto con il team kazako dell’Astana, va molto di moda in questi giorni.”

G.F.: “Non ho capito la battuta su ‘Quarto Podere’, comunque guarda che la classifica è in ordine alfabetico. Speravi mi avessero piallato la memoria, eh? E vuoi diventare Presidente del Consiglio e poi degli Stati Uniti, anche tu raccontando balle? Ma datti all’ippica!”

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